Dal 2 al 14 maggio
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
MIRACOLI METROPOLITANI
Uno spettacolo di
CARROZZERIA ORFEO
Drammaturgia Gabriele Di Luca
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Con (in o.a.)
Elsa Bossi Patty
Federico Brugnone Mosquito/Mohamed
Ambra Chiarello Hope
Federico Gatti Igor
Barbara Moselli Clara
Massimiliano Setti Cesare
Federico Vanni Plinio
Si ringrazia Barbara Ronchi per la voce della moglie.
Musiche originali Massimiliano Setti
Scenografia e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di
Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini
in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro
Dimora | La Corte Ospitale”
Con questo testo, Gabriele Di Luca è stato selezionato come autore italiano nel progetto
americano ITALIAN PLAYWRIGHTS PROJECT 3a EDIZIONE (2020/22), finalizzato alla
promozione della scrittura creativa contemporanea. Nel 2020 è finalista al Premio Le
Maschere del Teatro Italiano nella sezione migliore autore di novità italiana.
Nel 2022 il testo di Miracoli Metropolitani è stato pubblicato dalla casa editrice CuePress.
Nello stesso anno, lo spettacolo viene selezionato dalla rivista Birdmen tra i 10 spettacoli
imperdibili del 2022.
SINOSSI
Mentre all’esterno le fogne, ormai sature di spazzatura e rifiuti tossici, stanno lentamente
allagando la città, gettando la popolazione nel panico e costringendola ad una
autoreclusione forzata in casa, in una vecchia carrozzeria riadattata a
cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari, si muovono otto
personaggi: Plinio, chef stellato un tempo e oggi caduto miseramente in rovina, che
Coop. La Fabbrica dell’Attore (ONLUS) Teatro Vascello via Giacinto Carini n.78 00152 Roma tel. 065881021 065898031
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coltiva sogni impossibili di riscatto culinario mentre la realtà gli impone di cucinare squallidi
cibi precotti e liofilizzati importati dalla Cina; sua moglie Clara, ex lavapiatti e infaticabile
arrampicatrice sociale, che con il tempo si è trasformata in un’improbabile e bizzarra
imprenditrice di classe, in eterno conflitto con il marito sulla gestione dell’attività; Igor, figlio
di Clara e figliastro di Plinio, un ragazzo di 19 anni, con grossi problemi di disabilità
emotiva, autorecluso ormai da mesi nella propria stanza e ossessionato da un videogame
sulla guerra (Affonda l’immigrato), unica valvola di sfogo per le proprie frustrazioni. Come
se non bastasse, presto si unisce alla famiglia Patty, la madre settantenne di Plinio, ex
brigatista e femminista convinta, che dopo aver speso la vita ad aiutare i popoli di mezzo
mondo nella lotta contro le dittature di destra che li opprimevano, è ora tornata in Italia per
combattere la sua ultima battaglia: a causa dell’ emergenza fognaria il governo è stato
costretto ad emanare un decreto di sostegno per le fasce più deboli della popolazione, ma
ecco che quando tra i beneficiari vengono inclusi anche gli immigrati, violenti gruppi di
destra iniziano a perseguitarli e ucciderli impunemente al grido di “Prima la Patria.” Un
nuovo capro espiatorio è stato trovato, un facile nemico a portata di mano da
strumentalizzare politicamente e che in breve tempo porterà ad una guerra civile che
velocemente precipiterà nella costituzione di un nuovo governo dai chiari richiami fascisti.
A completare il quadro tragicomico quanto amaro della storia, ci sono poi Cesare, un
aspirante suicida che casualmente entra a far parte della “squadra” e presto si affezionerà
in modo tenero quanto morboso al problematico Igor; Mosquito, un carcerato aspirante
attore costretto ai lavori socialmente utili, grazie ad un accordo tra il direttore del carcere e
Clara che, non senza egoismo, lo sfrutta per accedere ai fondi europei; Mohamed,
professore universitario in Libano e rider sottopagato e sfruttato in Italia. Infine, Hope, una
misteriosa, aggressiva e buffa lavapiatti etiope, che nasconde un grande segreto e
obiettivi moralmente discutibili…
SINOSSI BREVE
Mentre le fogne, sature per i continui abusi ambientali, allagano la città, in una cucina
fatiscente, si muovono otto personaggi vinti dalla vita: Plinio, ex chef stellato oggi in
rovina; la moglie Clara, ex lavapiatti con velleità da imprenditrice; il figlio Igor,
ossessionato dal videogame Affonda l’immigrato; Hope, tuttofare etiope mossa da obiettivi
moralmente discutibili; Mohamed, professore in Libano, rider sfruttato in Italia; Patty,
madre idealista di Plinio, chiamata a un’ultima battaglia: per l’emergenza fogne, il governo
ha emanato un decreto di sostegno per i poveri e gli immigrati che scatena la reazione di
gruppi di destra. A loro si uniscono Cesare, aspirante suicida divorato dal senso di colpa,
e Mosquito, carcerato costretto ai lavori socialmente utili. Uno spettacolo dove si ride
tanto, ma dove non si ride affatto…
NOTE DI REGIA
Miracoli Metropolitani è il racconto di una solitudine sociale personale dove ogni uomo, ma
in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per
travolgere la sua esistenza. Siamo di fronte al disfacimento di una civiltà, alla dissoluzione
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delle relazioni e dell’amore inteso in tutte le sue accezioni, all’azzeramento del
ragionamento e del vero “incontro” a favore di dinamiche sempre più malate tra le quali
un’insensata autoreclusione nel mondo parallelo del Web, pericoloso sostituto del mondo
reale. Il risultato è la più totale solitudine esistenziale, un’avversaria molto più temibile
dell’Isis. L’alimentazione, il rapporto con il cibo come forma di compensazione al dolore,
come alienazione di un Occidente decadente e sovralimentato, sempre più distratto e
imprigionato dai suoi passatempi superflui, la questione ambientale, la solitudine e la
responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di sviluppa il mondo di Miracoli
Metropolitani. Insomma, un mondo stupido…. Uno spettacolo dove si ride tanto, ma dove
non si sta ridendo affatto.
I personaggi di Miracoli Metropolitani sono un’oasi di diversità apparente: partendo da
un’esasperazione di sentimenti di fallimento, solitudine e fragilità, spesso trattati in modo
bizzarro e al confine con il grottesco, alla fine si riconnettono con noi svelando il loro
nucleo più reale e umano: restano madri frustrate, figli disadattati, amori infranti, solitudini
disperate. Si tratta di un’umanità alla deriva, di un gruppo di perdenti, in cerca, ognuno,
delle proprie verità nel tentativo di soddisfare i propri desideri più profondi.
Nella loro cucina sgangherata, i protagonisti devono vedersela con ricette assurde per
comporre alla meglio il menù europeo, quello asiatico o africano… spesso usando prodotti
precotti e presurgelati dalla dubbia provenienza, esclusivamente per soddisfare le richieste
di un mercato globale che vuole nutrirsi sempre di più e pagare sempre di meno. In questo
senso, il tema del cibo non vuole certo essere una critica a chi soffre realmente di
intolleranze alimentari, ma la metafora di un consumismo assurdo, il racconto di come
nella modernità ogni cosa venga esasperata, persino il cibo, nostro bisogno primario, che
da urgenza alimentare è stato trasformato in una pericolosa moda da cavalcare. Per
restituire al pubblico la concretezza delle tematiche trattate, in Miracoli Metropolitani si
cucina davvero, favorendo così anche una forte connessione emotiva fatta di rumori, odori
e sapori immaginati.
NOTE DI DRAMMATURGIA
Miracoli Metropolitani è nato da tre suggestioni fondamentali: indagare il tema del cibo
come problema reale per gran parte del mondo e bene di lusso per un minuscolo
Occidente opulento fatto di alta cucina e reality show; dalla lettura de “La sincronicità” di
Jung, il teorizzatore dell’esistenza degli eventi a-causali, ovvero di tutti quegli eventi che si
sottraggono alla rigida regola del rapporto causa/effetto per manifestarsi come
coincidenze speciali o noumeniche, come le definisce l’autore, che spesso noi chiamiamo
– e viviamo come – miracoli. E da un fatto di cronaca inquietante quanto bizzarro: nel
settembre 2017 nelle fogne del quartiere di Whitechapel a Londra, è stato trovato dai
sommozzatori fognari un enorme fatberg (letteralmente un iceberg di grasso calcificato)
che occludeva il tratto fognario. Il “Mostro”, fatto di feci, salviette umidificate, pannolini,
condom usati, sigarette, telefonini, e centinaia di altre schifezze che i londinesi per decenni
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hanno gettato nello scarico del wc, pesava 130 tonnellate (quanto 11 autobus a due piani)
ed era lungo 250 metri.
Da questo fatto, naturalmente, si è generato l’innesco dell’intero testo: e se il “mostro”
esplodesse?
La scrittura di Miracoli Metropolitani è iniziata prima dell’emergenza sanitaria del Covid-19,
già immaginando una società chiusa in casa: all’esterno i trasporti sono fermi, la
disoccupazione tocca il 62%, le attività commerciali falliscono quotidianamente e la Messa
della domenica ormai si celebra soltanto in streaming. L’esplosione delle fogne è il simbolo
di un pianeta che si rivolta concretamente all’uomo per riaffermare sé stesso e ribellarsi a
decenni di incurie, prevaricazioni e abusi ambientali. È una società, quindi, che sta per
essere sepolta dai suoi stessi escrementi, metafora di pensieri e azioni malate, di un
capitalismo culturale orribile, di un’umanità ai ferri corti con sé stessa dove la “merda” più
che nelle fogne sembra annidarsi nei cervelli. Durante la stesura, quindi, alla prima
domanda “E se il mostro esplodesse?” ne è seguita una seconda ancora più assillante:
come si comporterebbe l’uomo di fronte a una tragedia di questa portata? Sarebbe capace
di riconoscere i propri errori e cambiare rotta, o ancora una volta sentirà il bisogno di
scaricare ogni sua colpa su un nemico, su un avversario più debole che nello spettacolo,
così come spesso nella realtà, è rappresentato dagli immigrati? Il chiaro richiamo al nostro
presente e ai suoi escrementi, reali e figurati, cerca di essere innanzitutto un appello ai
cittadini.
Dopo Thanks for Vaselina e Animali da Bar, i testi più esistenzialisti, e Cous Cous Klan, il
più distopico, Miracoli Metropolitani è, infatti, quello più politico perché immaginando un
futuro possibile, ma non ancora reale, cerca di richiamare alla responsabilità individuale e
sociale, affinché la storia non ci presenti nuovamente il conto attraverso quelle derive
populiste ed estreme che nel passato hanno fatto precipitare nell’orrore del fascismo, qui,
inteso non solo nella sua accezione politica ma esistenziale.
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BIOGRAFIA
Carrozzeria Orfeo, fin dai suoi esordi, ha espresso la propria urgenza creativa ispirandosi
ad un ideale artistico fortemente “Pop”, popolare, nel senso più alto del termine; ovvero un
teatro che pensa allo spettatore fin dalla sua ideazione e scrittura, con storie che
desiderano innescare riflessioni sul presente per indagare, non senza profondità e
divertimento, i nodi cruciali dell’esistenza umana.
La necessità primaria è quella di proporre un teatro aderente ai temi della realtà proprio
per problematicizzare nodi antropologicamente fondanti e intercettare l’intimità più fragile
degli spettatori. L’obbiettivo è quello di portare sempre più pubblico a teatro, dimostrando
che l’impegno civile e sociale possono essere felicemente coniugati ad una visione
emozionante, profonda e molto divertente della vita. Anche l’intrattenimento è uno degli
elementi costitutivi del fare teatro con lo scopo di affiliare nuove generazioni di spettatori e
catalizzare intorno ai propri progetti sempre più pubblico.
La forte capacità comunicativa, tratto distintivo della Compagnia, che ha saputo in questi
anni potenziare e consolidare la propria community digitale (composta da circa 50.000
contatti), ha permesso di intercettare un nuovo pubblico, come testimoniano i numerosi
sold out nei maggiori teatri italiani.
Un teatro Pop, fatto di drammaturgie originali che trovano ispirazione nell’osservazione del
nostro tempo, in cui l’ironia si fonde alla tragicità, il divertimento al dramma. Il risultato è
un’escursione continua fra realtà e assurdo, fra sublime e banale, attraverso storie che
possono essere lette a più livelli e che hanno riscosso negli anni un grande successo di
pubblico e critica. Non meno importante è il lavoro d’attore nell’interpretazione di
personaggi forti e caratterizzati, fortemente riconoscibili al pubblico, in un percorso
drammaturgico della Compagnia teso ad esplorare diversi territori di scrittura, recitazione,
messa in scena, senza tralasciare la composizione musicale originale e una
personalissima visione estetica.
Diplomati all’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine, Massimiliano Setti e
Gabriele Di Luca, insieme a Luisa Supino, costituiscono nel 2007 la compagnia
Carrozzeria Orfeo, che ha la sua sede a Mantova, di cui sono autori, registi ed interpreti
dei propri spettacoli, dei quali curano anche la composizione delle musiche originali.
Nel 2007 danno vita al loro primo spettacolo NUVOLE BAROCCHE, ispirato all’omonimo
album e alla canzone “Le nuvole” di Fabrizio De André, che nello stesso anno ha ricevuto
la Menzione Speciale al Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” e nel 2008 la
Menzione Speciale al Premio Nuove Sensibilità del Festival Teatro Italia.
Nel 2008 debutta GIOCO DI MANO, viaggio surreale attraverso vita, amori e miracoli di
quattro diverse generazioni e nel 2009 SUL CONFINE, vincitore della quinta edizione del
Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti”, in cui tre uomini raccontano la storia di una
guerra, non importa “di chi contro chi” ma quella che si gioca sempre al limite.
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Nel 2011 debutta IDOLI, testo finalista al Premio Hystrio per la Drammaturgia 2011 e
vincitore come miglior spettacolo della Rassegna Autogestito al Teatro Quirino di Roma,
ispirato al saggio “I vizi capitali e i nuovi vizi” di Umberto Galimberti.
Nel 2012 debutta ROBE DELL’ALTRO MONDO, amara e paradossale denuncia sociale
sulle paure metropolitane che condizionano la nostra quotidianità e le nostre relazioni,
spettacolo nato all’interno del Progetto ROAAAR (vincitore del bando Creatività Giovanile
della Fondazione Cariplo).
Nel 2012 vincono il Premio Nazionale della Critica come migliore compagnia e il bando
fUNDER35 finanziato dalla Fondazione Cariplo.
Nel giugno 2013, al Teatro Romano di Spoleto, dalle mani di Franca Valeri, viene
assegnato a Gabriele Di Luca il Premio SIAE alla Creatività 2013 come migliore autore
teatrale.
Ad agosto 2013 al Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria debutta THANKS
FOR VASELINA, vincitore del Last Seen 2013 di KLP come migliore spettacolo dell’anno,
in coproduzione con Marche Teatro.
A giugno 2015 ricevono il Premio Hystrio-Castel dei Mondi 2015. Sempre al Festival
Internazionale Castel dei Mondi di Andria nel 2015 debutta ANIMALI DA BAR vincitore
del Premio Hystrio Twister 2016, in coproduzione con Marche Teatro, Teatro dell’Elfo,
Teatro Eliseo.
Nel dicembre 2017 debutta il nuovo lavoro COUS COUS KLAN prodotto da Marche
Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Eliseo, in collaborazione con Fondazione Teatro della
Toscana, La Corte Ospitale – residenze artistiche.
Nel 2018 vincono il Bando Cultura Sostenibile di Fondazione Cariplo con il progetto
triennale Tour de Force, volto al consolidamento e al potenziamento dell’attività di
produzione e di tournée che nella Stagione 2018.2019 ha registrato 115 repliche su tutto il
territorio nazionale.
Nel 2019 escono per la casa editrice Cue Press i tre testi teatrali (Thanks for Vaselina,
Animali da Bar, Cous Cous Klan) con prefazione di Rodolfo Di Giammarco.
A settembre 2019 ricevono due Premi Le Maschere del Teatro Italiano: a Beatrice
Schiros come migliore attrice non protagonista e a Gabriele Di Luca come migliore
autore di novità italiana, entrambi per lo spettacolo Cous Cous Klan.
Nello stesso mese a Barcellona viene messa in scena la versione catalana di Thanks for
Vaselina, diretta da Sergi Belbel.
Nel 2020 debutta al Napoli Teatro Festival MIRACOLI METROPOLITANI, una produzione
Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di
Napoli-Teatro Bellini, in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia- Romagna
“L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale.” Con questo testo, Gabriele Di Luca
viene selezionato come autore italiano nel progetto americano Italian Playwrights Project
3a Edizione (2020/22) finalizzato a promuovere la scrittura creativa contemporanea.
Nel 2022 debutta al Campania Teatro Festival STUPIDA SHOW! (Capitolo 1: Cattivi
Pensieri), un monologo di Stand Up comedy che ha come protagonista Beatrice Schiros,
Coop. La Fabbrica dell’Attore (ONLUS) Teatro Vascello via Giacinto Carini n.78 00152 Roma tel. 065881021 065898031
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coprodotto da Carrozzeria Orfeo, La Corte Ospitale, Accademia Perduta – Romagna
Teatri, Fondazione Campania dei Festival.
info e biglietti
gruppi di minimo 10 persone 15 euro a biglietto il trascinatore deve acquistare i biglietti per
tutti in un’unica soluzione tramite bonifico o recandosi in biglietteria il giorno prima della
replica. Per prenotare i biglietti inviare una mail
a promozioneteatrovascello@gmail.com o telefonare a 06 5881021,
Prezzi intero € 25, ridotto over 65, under 26 e nostri convenzionati € 18, ridotto studenti
€15, info 065898031 promozioneteatrovascello@gmail.com –
promozione@teatrovascello.it
Teatro Vascello via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde
Acquista i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/ticket/miracoli-metropolitani/182430
CARD
Card libera a 5 spettacoli a scelta su tutti gli spettacoli € 90 acquista on line
https://www.vivaticket.com/it/ticket/card-libera-5-spettacoli/183697
Card Love a 2 spettacoli 4 ingressi a scelta su tutti gli spettacoli € 72 acquista on line
https://www.vivaticket.com/it/ticket/card-love-2-spettacoli-4-ingressi/183698