È stata una ballerina e morta come spia, forse nuda in quel 15 ottobre del 1917, dove concesse anima e corpo alle quattro del mattino di quell’anno freddo. Correvano gli anni della prima guerra mondiale e al poligono militare francese di Vincennes i tedeschi la fucilarono senza pietà. Dopo essere stata una grande artista da tratti olandesi e ballerina, più di Isadora Duncan diventò una spia non banale, fu l’ amante nel 1907 di un ufficiale tedesco dei servizi segreti, misteriosa, accattivante e tanto affascinante al punto tale di fare della sua bellezza quel che voleva, era come un’arma a doppio taglio. Scatenò ben presto interesse nell’opinione pubblica e fu condannata per la sua attività di spionaggio a favore del nemico attraverso delle intercettazioni telefoniche ai quali i francesi scoprirono con i suoi amici tedeschi. Una innocente? I francesi non lasciavano passare per inosservato questo doppio gioco che costava i piani militari.
La sua bellezza era non solo inebriante ma si staccava da tutti quei canoni principeschi e perlopiù la sua naturalezza spiccava nei lineamenti e curve molto prelibate staccate dalle sue origini mondane, sembrava tanto che non fosse di Leeuwarden ma di altre zone. Proveniente da una famiglia di separati e alla ricerca di affetti e sicurezze, notava che la vita quotidiana non era per Mata, lei cercava di più. Così, presa dalla voglia di evadere, leggendo su un giornale si fermò proprio a un annuncio dove un ufficiale olandese Rudolph Mac Leod cercava una donna da sposare. Lui, vent’anni più di lei. Si convinse di incontrarlo e si buttò nell’avventura. I due si innamorarono, e tra una delle sue lettere d’amore Mata Hari chiede “Mi chiedi di commettere una follia?”; una pazzia, una follia alla quale inizialmente si compensavano uno con l’altro ma quell’amore così strano tra Mata e il Capitano ben presto finirà e i due divorzieranno perché a volte l’ufficiale la picchiava e spesso, le sputava in faccia. Dopo varie vicende con il suo ex ufficiale si trasferisce a Parigi dopo la separazione matrimoniale e lì inizia la sua vera carriera che le porterà anche del guadagno posando per pittori o facendo la modella per fotografi. La sua soavità colpisce molto i Parigini. Il suo vero nome Margaretha Geertruida Zelle, non si è mai saputo, fingeva di essere una orientale tra i cittadini francesi e mai nessuno ne verificò l’identità in una Parigi presa dalla Bella Epoque. Parigi si chinò ai suoi piedi e la sua danza divenne una specie di stordimento per il pubblico. Di donne ce ne erano ma quello che colpiva in Mata Hari era la naturalezza che sembrava esotica, alta 1,70, bella, pelle olivastra, sensuale ma mai volgare, era come un angelo con atteggiamenti che colpivano artisti, importanti e intellettuali.
Mata Hari “Luce del mattino”, “sole” raggiante in lingua malese, era diventata un amante di lusso dell’alto ceto. A Mata piacevano molto gli uomini, erano la chiave della sua vita, la sua salvezza, la sua rinascita.
A breve sapremo anche qualche pregiata verità nascosta perché in una cassaforte del Ministero della difesa francese si tiene nascosto il suo dossier di vita e solo nell’Ottobre 2017 che compie cento anni dalla data di fucilazione si potranno sapere altre verità.
Rosa Santoro