I bambini esposti al fumo passivo soffrono con maggiore frequenza di attacchi di asma, di otiti, di tosse e altri problemi respiratori come bronchiti o polmoniti. L’esposizione al fumo sia prima che dopo la nascita può portare problemi di sviluppo al feto e a un rischio di morte improvvisa dei lattanti. I danni, oltretutto, possono perdurare nel tempo, anche fino all’età adulta. Uno studio finlandese pubblicato sulla rivista Circulation ha osservato un campione di adulti cresciuti con genitori fumatori e ha notato un rischio doppio di sviluppare placche carotidee che possono portare trombi e ictus.
Diverse ricerche inoltre, evidenziano la difficoltà di conoscere la reale pericolosità dell’esposizione dei minori al fumo, sopratutto perchè gli adulti tendono a sottovalutare i fatti. Una ricerca condotta all’ospedale pediatrico di Cincinnati, negli Stati Uniti, sui bambini portati in ospedale per problemi respiratori, ha mostrato che stando alle dichiarazioni dei genitori, il 35% dei bambini sarebbe stato esposto a fumo ambientale ma alla verifica di laboratorio il responso è risultato ben diverso: addirittura l’80% dei pazienti aveva respirato il fumo degli adulti.
Altra cosa che conta molto è l’esempio. Un figlio di tabagisti ha il doppio delle probabilità di diventare un fumatore. Tra le dimostrazioni più incisive, una ricerca di un team statunitense che nel 1988 iniziò a seguire un gruppo di ragazzi per capire come le loro abitudini dall’adolescenza in poi, avrebbero influenzato i loro figli. I risultati, pubblicati sulla rivista Pediatrics, dopo 23 anni dall’inizio della ricerca, ha evidenziato che tra i figli dei fumatori e non fumatori, i primi avevano la percentuale di prole che aveva già provato a fumare, doppia rispetto ai non fumatori.
Concludendo, speriamo che i genitori tabagisti, prendano seriamente in considerazione i gravi problemi che possono recare ai loro figli con il fumo passivo e si comportino di conseguenza.