Il vecchio grammofono con un disco di vinavil, emetteva una voce di tanti anni addietro, la musica si spandeva nell’aria fredda, la voce tersa e ampia del baritono, Beniamino Gigli, cantava con voce chiara la nota melodia “Non ti scordar di me”.
Quella sera di aprile in quella casa si festeggiava il quindicesimo compleanno di una giovane ragazza di nome Luciana. Nuvole dispettose, avevano coperto la sfera dorata della luna piena, sembravano, che una mano maligna, avesse abbassato la saracinesca, per nascondere l’astro d’argento della luna, che illuminava i lunghi capelli biondi della giovane ragazza.
In un angolo,Frizz, un cucciolo di cane rannicchiato a ciambella sembrava, che dormisse, i suoi occhi semi aperti sbirciavano tutti i movimenti che avvenivano nella stanza.
Nel salone, la festa iniziata da pochi minuti si svolgeva tranquillamente, la famiglia manifestava la sua gioia, attraverso i diversi sorrisi rivolti agli ospiti presenti.
Alcune finestre lasciate socchiuse davano spazio alla musica di travalicare l’ambito della casa. Tra gli ospiti spiccava il cane di casa, che accoccolato sotto una sedia sbirciava tutto quello, che avveniva nella sala e nello stesso tempo seguiva la festeggiata.
La musica dava all’ambiente una nota di completa serenità, forse l’unica nota stonata era il cucciolo di casa, che seguiva da presso la sua padroncina. Un valzer lento di Strauss, la musica si spandeva anche nella strada, dove alcune persone ferme sul marciapiede con la mente seguivano il languido andare della musica.
Il gruppo dei giovani, in un angolo si disputavano le ragazze da invitare al prossimo ballo, tutti litigavano per ballare per primi con la ragazza che festeggiava il suo compleanno. Per loro era una disputa continua con quale ragazza ballare decisero un tocco per contarsi, dopo tre turni toccava a Giovanni aprire le danze con Luciana e così fu, ma mentre stavano ballando, il cucciolo si avvicinò a Luciana e per dimostrargli affetto le graffiò una gamba strappandole anche la calza di seta, rammaricata la ragazza, si andò a chiudere nella sua stanza a piangere, certo dal suo cane non si aspettava di essere aggredita in quel modo.
Visto quel fiasco di festa quasi tutti gli invitati con una buona scusa, scelsero di salutare la padrona casa e andar via.
L’arrivo inaspettato del nonno, fece tornare sia il cucciolo sia Luciana in sala, la quale ancora con le lacrime agli occhi, raccontò all’anziano nonno l’episodio, il quale si avvicinò al grammofono con un nuovo disco, sulla facciata vi era la foto di un giovane tenore spagnolo Josè Carreras, in Italia ancora non molto conosciuto il quale cantava la partitura di “Recondita Armonia” dalla famosa Opera “ Tosca” di Giacomo Puccini.
La sua voce melodiosa coprì il pianto della festeggiata e il guaire del cucciolo, che libero, cercò conforto tra le braccia di Luciana.
Il nonno per rasserenarla sorridendo disse che al cucciolo piaceva molto ascoltare la lirica come a sua madre, tanto, che nelle sere d’inverno con il caminetto acceso la sua mamma preferiva ascoltare la musica a casa piuttosto che andare a teatro, vuoi anche per la veneranda età dei suoi novantadue anni.
Luciana comprese che il suo cucciolo amava l’opera come la sua antenata, da quel giorno anche lei non disdegnò più di ascoltare brani della musica operistica.
Anna Sciacovelli