La nostra arte ha origini lontane, si parla del IX secolo a.C. quando ci furono i primissimi scambi commerciali con l’Italia, meridionale, alcuni esempi sono i dolmen e i Menir del Salento, non possiamo dimenticare i graffiti che sono nelle grotte tufacee del Gargano.
Dando uno sguardo nel passato, notiamo che la cultura ellenica lentamente prende piede in Italia, a partire dall’ VIII secolo a.C., furono gli Etruschi prima, i Dauni di Puglia dopo, affascinati dalle loro opere poi si affacciarono i Campani di Capua, l’arte spaziò dall’architettura monumentale dei templi da visitare, all’area Sacra di Paestum, per poi arrivare alla terracotta, ceramica, bronzo, con la creazione di vasi e di statuette votive. L’arte italica si fuse con quella romana nel I secolo a.C., dopo le campagne per la conquista dell’Urbe, partendo da Taranto, Sicilia, durante le guerre Puniche sannitiche e infine durante la guerra sociale del I secolo a.C.
La popolazione Picena, era stanziata sulle coste del mar Adriatico, di questa popolazione ci è pervenuta la statua del guerriero di Capestrano, alto 223 cm e databile al VI° secolo a.C. La statua calcarea raffigura un guerriero con armi da parata e gioielli.
In Puglia i Greci, trovarono popolazioni dei Dauni, Peuceti e Messapi, già organizzate in centri Urbani, che si rapportavano con le città elleniche, insediate e poste sulla sponda opposta dell’Adriatico.
Tra le produzioni più espressive che queste popolazioni hanno lasciato, sono le stele funerarie come quelle trovate a Siponto, scolpite in calcare locale nel VII secolo a.C., che riportano decorazioni a graffito, che rappresentano il defunto incorniciate da motivi geometrici.
Ci resta una splendida scultura dauna in marmo policromo Trapezophoros con due grifoni che sbranano una cerva (IV sec. a.C.) rinvenuta ad Ascoli Satriano, (FG) considerata opera unica nel suo genere, di cui non esistono precedenti analoghi.
Per quanto riguarda la Pittura italica, il sito più ricco di opere conservate è l’area di Paestum.
Tra le opere esposte al museo Archeologico Nazionale di Paestum, un affresco raffigurante una scena della battaglia delle Forche caudine combattuta durante la seconda guerra sannitica la cui data risale al 320 a.C. che richiama lo stile ellenistico pur mantenendo caratteristiche artistiche locali.
L’opera fu commissionata dai governanti della città lucana, alleata dei Sanniti all’epoca della battaglia, per commemorare la vittoria sannitica.
Lo stile è conforme a quello ellenistico della Grecia antica, vi sono analogie in tale dipinto, con le opere di Efranore, artista greco che dipinse la battaglia di Mantinea nel lontano 362 a.C..
Anna Sciacovelli