I nonni di Marianna erano Luigi de Leyva e Marianna de la Cueva, Principi di Ascoli. Luigi apparteneva a un’illustre famiglia spagnola, che raggiunse grande fama grazie a suo padre Antonio de Leyva, comandante militare al seguito di Carlo V e primo governatore di Milano, dopo la morte del duca Francesco II Sforza nel 1535.
Il padre di Marianna, Martino de Leyva, secondo figlio di Luigi, era nato nel 1548, e come figlio cadetto si era dedicato alla carriera militare, aveva circa vent’anni quando è nominato comandante. Il 15 dicembre 1572, all’età di ventisei anni Luigi, sposa la vedova Virginia Marino, figlia del Banchiere Tommaso Marino, per una dote di 50.000 scudi. Nel 1576 nasce Marianna, prima e unica figlia della coppia e prende il nome della nonna. La famiglia abita nel palazzo Marino nella cantonata verso San Fedele.
Virginia, prima di morire di peste, fa testamento, che la casa sia divisa in parti uguali tra la figlia Marianna e il figlio di primo letto Marco Pio, le sorelle di Marco Pio impugnano il testamento e Marianna si trasferisce per un certo tempo, presso le due zie dalla zia materna, Marianna Stampa, invece la zia paterna è Clara Torniello, che abitava nella stessa strada, stesso palazzo ma al piano sottostante.
Chi realmente cresce la piccola Marianna, è la brava balia Vittoria, alla quale la madre di Marianna, ha lasciato un legato di circa 25.000 scudi d’oro, affinchè potesse curare la sua piccola figlia, sino alla maggiore età.
Nel 1580 Martino de Leyva torna a Milano per siglare un compromesso con le figlie di primo letto di Virginia, che snatura il testamento della moglie, suddividendo in dodici parti l’eredità di cui cinque, vanno a Marianna, figlia di Virginia di secondo letto e sette ai figli di primo letto, con grande perdita per Marianna.
Da un documento probatorio si evince, che la famiglia de Leyva, non viveva in ristrettezze tanto che nel 1586 si parla di prospettive matrimoniali di Marianna e di una dote di 7.000 ducati. La svolta in negativo per Marianna, avvenne nel 1588, quando il padre si risposa a Valenza in Spagna, con donna Anna Viquez de Moncada, lasciando definitivamente Milano. Nello stesso periodo, Marianna entra nel monastero di Santa Margherita di Monza , compie la vestizione a tredici anni e tre mesi. Nel 1589, don Martino de Leyva, compare per l’ultima volta accanto alla figlia, deposita “verbalmente” una dote consistente di 6.000 lire imperiali, che fruttavano all’epoca una rendita annua di lire 300. Mentre la dote reale di spettanza era di 39.861, il padre deruba alla figlia, la somma di ben 27.860 lire. Dopo il noviziato, a vent’anni Marianna diventa suora, prima nel convento delle Umiliate, dopo all’ordine benedettino, nel monastero di Santa Margherita, lo scrittore Ripamonte, la descrive a sedici anni:” Che Marianna era una Leyva modesta, circospetta, affabile con tutti e quindi amica di tutti, ben educata e obbediente”.
Tutti nell’ambito del convento, la chiamano la Signora, perché esercitava per mandato del padre, la sovranità a Monza, che consisteva nell’emettere gride, ordinare arresti, rimettere pene, la sua firma compare anche in un documento per la pesca sul Lambro, ricevendo l’ammirazione di tutti, per il suo irreprensibile e contegnoso comportamento.
Nel 1597 Marianna è maestra delle educande- circa venti ragazze – tra cui Isabella degli Hostesi la quale amoreggiava con Giovanni Paolo Osio, la cui casa confinava con il monastero, quest’ultimo sale su un albero del suo orto e scambia saluti con Isabella, la quale sgridata da Marianna, tolta dal collegio è immediatamente maritata.
Anna Sciacovelli