Il giorno 29 novembre del 1732.
Il giorno 29 novembre del 1732, alle ore 6 le campane delle chiese aveva annunciato il nuovo giorno, gli uomini che avevano i campi o lavoravano a mezzadria avevano preparato l’asino o cavallo per raggiungere i campi o il proprio posto di lavoro, le donne anziane erano andate ad ascoltare la messa nelle antiche e consacrate chiese.
Quando improvvisamente il pavimento iniziò a tremare porte e finestre vibravano i vetri si sbriciolavano ferendo le persone, i bimbi piangevano per la paura.
Erano le ore 8,40, del mattino, prima un sibilo, poi un forte terremoto, colpì quasi tutta la zona dell’Irpinia, causando danni inestimabili, anche sul versante tirrenico, il foggiano fu scosso e colpito, anche la città di Benevento, fu sconquassata dal sima.
Pure il territorio Beneventano, fu colpito dove, alcuni centri furono totalmente cancellati come: Apice, Montorsi, Sant’Angelo a Cupolo e San Nicola Manfredi, dove andò distrutta l’antica Chiesa Matrice, anche in altri centri della Basilicata, si era verificato lo stesso evento, improvvisamente palazzi a oscillare e la terra iniziò a tremare. Molti Paesi e città. Erano stati colpiti dallo stesso sisma.
L’intera area della Provincia di Avellino e altri centri limitrofi, subirono notevoli danni, in special modo furono colpiti, molti edifici religiosi, i quali subirono danni di grande rilievo. Non par vero, ma furono colpite anche oltre che Benevento Napoli e anche la città di Melfi.
Impossibile la conta dei morti, la prima stima pare sia stata che più di 1950 i deceduti, tra donne e bambini, stima reale, poiché gli uomini, erano già al lavoro nei campi a prima mattina, tutto questo fu valutato, anche in base al rilevamento della distruzione degli immobili e dei crolli avvenuti nei centri più colpiti. Nell’avellinese, distrusse la maggior parte dei paesi, Bonito, Flumeri, Grottaminarda, Guardia lombardi, Lioni, Pietradefusi, San Mango, sul Calore e Teora.
La scossa fu devastante e distruttiva, per i paesi di Carife e Mirabella Eclano, subirono enorme i danni furono completamente rasi al suolo, molte case, lungo la dorsale appenninica sino alla Basilicata, le valli del Calore, dell’Ofanto, in direzione di Ariano Irpino, dove crollarono tutte le case, perché la scossa sismica, superò notevolmente, XI. Grado MCS.
Molti edifici pubblici crollarono, tra questi ultimi, anche il Convento delle Suore, la Cattedrale, la Chiesa di Sant’Angelo, quella di San Pietro Apostolo, e le altre quella di Santo Stefano, di San Marco dei Cavoti e di San Nicola, insieme al Convento dei Domenicani.
Mentre nell’Avellinese, alcuni quartieri come Terra Murata, Fontana, Borgo di Sant’Antonio e Borgo Carmine, crollarono la Cattedrale e il Palazzo Vescovile.
Questo evento accadde anche a Caposele, il caso volle, che accadessero gli stessi smottamenti e gli stessi crolli. Anche la città di Bitonto subì questo tremore di terra, che si protrasse per due giorni, con continue scosse di assestamento.
Anna Sciacovelli