Divulgare la cultura del digitale e del cyber alle persone con disabilità cognitiva. Questo lo scopo di una giornata coinvolgente di formazione che si è svolta all’associazione Capodarco. L’appuntamento è stato dedicato a 80 ragazze e ragazzi tra i 18 e i 23 anni. Tra gli obiettivi del corso, promosso dalla Fondazione Cyber Security Italy, tenuto da docenti, esperti e rappresentanti delle istituzioni, il buon uso dello smartphone, del pc, i tempi di utilizzo e la sensibilizzazione della cyber security, tema ormai cruciale in tutti gli spazi della vita pubblica e nei servizi fondamentali assicurati ai cittadini.
Ad aprire i lavori del progetto di formazione sui rischi del digitale per ragazzi con disabilità cognitiva sono stati Marco Gabriele Proietti, presidente della Cyber Security Italy Foundation che promuove anche iniziative sociali e di welfare, e Antonio Chimento, presidente Capodarco Formazione Impresa Sociale.
“L’obiettivo primario del progetto pilota ‘Divulgazione della cultura della cyber security dedicata alle persone con disabilità’- spiega il presidente della Cyber Security Italy Foundation, Marco Gabriele Proietti- è quello di aiutare ragazzi con disabilità cognitiva a vivere in modo più consapevole e sicuro il proprio percorso digitale, senza timore qualora dovesse accadere loro qualcosa di brutto. Il progetto ha una durata di cinque anni e nasce su iniziativa di un membro del Consiglio d’amministrazione della Cyber Security Italy Foundation, la dottoressa Eleonora Borgiani. Noi ci occupiamo di fare lezione ai formatori e li introduciamo sui rischi che la persona può avere nell’accedere alla risorsa digitale. L’altro momento formativo riguarda, invece, il coinvolgimento diretto dei ragazzi. Come Fondazione, infatti, non possiamo agire direttamente con loro”.
All’evento, ospitato nel Teatro Gianelli della sede romana di Capodarco, hanno preso parte esponenti della Polizia Postale, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale, “perché i ragazzi- evidenzia Proietti- devono sapere che, oltre un rischio, ci sono persone che possono aiutarli nel momento in cui sfortunatamente dovessero incappare in qualche problema. La risorsa digitale ha semplificato le modalità di accesso ma, allo stesso tempo, sono aumentati i rischi per quanti utilizzano le risorse digitali. Questo vuol dire che è più facile accedere a un social, a un sito internet o effettuare un pagamento digitale. Tuttavia, è più complicato rendersi conto della situazione che ci si trova ad affrontare, se vera o fraudolenta. Se, ad esempio, sto chattando con qualcuno su WhatsApp, dall’altra parte potrei avere un malintenzionato che sta cercando di frodarmi sentimentalmente o finanziariamente o che mi vuole portare a fare azioni indesiderate come la condivisione di foto”.
L’IMPORTANZA DI FORMARE CITTADINI DIGITALI CON DISABILITÀ
“Tra le nostre missioni- le parole del direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Ivano Gabrielli– c’è quella di incontrare i ragazzi costantemente, sia quelli che hanno disabilità, sia persone che approcciano alla rete e devono formarsi come cittadini del futuro, come cittadini digitali. Ormai in rete vengono fatte tantissime attività, tutti ormai ci muoviamo in rete ed è importante avere un minimo di norme, di cautele che cerchiamo di dare ai ragazzi proprio in questi incontri. E’ fondamentale suscitare in loro la curiosità, il dubbio o la consapevolezza su cosa sia effettivamente muoversi in rete, cosa significhi vivere all’interno di una realtà diversa ma che ha effetti reali. Già arrivare a questa consapevolezza è per noi un grande risultato. E’ sempre stimolante incontrare i ragazzi. Purtroppo di testimonianze ne raccogliamo moltissime e ascoltare che una persona ha inviato tutto quel denaro e non avere nulla in cambio è una ulteriore testimonianza di come sia poi così insidioso stare in rete. E’ la vita, è la realtà che oggi viviamo, fatta di strade, di incontri ma fatta anche di strade virtuali e di incontri virtuali. Purtroppo, stare in casa nostra davanti a un computer non ci tutela. Anzi, dobbiamo cominciare a capire che quella è una finestra sul mondo e che siamo costantemente in giro per il mondo quando siamo costantemente connessi”.
“Stiamo investendo molto sulla resilienza e, soprattutto, sulla formazione e la consapevolezza- dichiara il vice capo Divisione dell’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale, Marco Valerio Cervellini– perché è l’unica arma veramente efficace per navigare in rete senza correre inutili rischi. E’ davvero fondamentale che i giovani conoscano tutte le insidie della rete: è l’unico modo per navigare sicuri, consapevoli e responsabili in questo mondo straordinario che è internet”.
“L’incontro di oggi- conclude- è stato davvero toccante. I ragazzi sono stati molto attenti e dinamici nelle domande, ma anche nella consapevolezza dei rischi che si incontrano durante la navigazione. E’ stato davvero straordinario il racconto di alcuni ragazzi che sono stati vittime di reato sulla rete internet. Ecco perché sono fondamentali la formazione e la consapevolezza”.
LA CYBER SECURITY ITALIA FOUNDATION
La Cyber Security Italy Foundation è la prima Fondazione no profit sul mondo cibernetico in Italia. Nata per approfondire e diffondere la cultura della sicurezza informatica, mette insieme, su un’unica piattaforma, studiosi, tecnici, ricercatori, appassionati e professionisti operanti nel dominio cybered esperti di tematiche di cyber intelligence. Vuole fornire alle istituzioni e alle autorità indipendenti gli strumenti tecnologici e il know-how tecnico-scientifico al fine di promuovere il progresso e l’innovazione tecnologica e di favorire la diffusione della cultura della cyber sicurezza. Si occupa anche di programmi di sensibilizzazione per raggiungere i giovani, persone che stanno seguendo un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale, persone con disabilità dando vita a progetti sociali innovativi che possano trasformarsi in opportunità per il futuro.
Hanno partecipato, tra gli altri, alla giornata di formazione il colonnello Vincenzo Ingrosso, capo ufficio Sviluppo Tecnologico del Comando Generale dei Carabinieri e il tenente colonnello Raffaele Carenza, capo Sezione Audit e Sicurezza del VII Reparto ‘Innovazione e Tecnologia’ del Comando Generale della Guardia di Finanza, Alessandro Fontana di Trend Micro, Antonio Di Ronza di Cyber Data Protaction Dgs, Matteo Macina vice presidente Operation Cyber Security Italy Foundation, Vittorio Baiocco membro del Cts di Fondazione.
La Fondazione Cyber Security Italy ha donato 30 pc a Capodarco per l’organizzazione di un laboratorio e altri ne donerà nel corso del quinquennio.
Fonte Agenzia Dire