Le giovani atlete del Volley Napoli, al termine di un percorso di crescita e di una stagione impegnativa che le ha viste disputare più di un campionato, hanno sollevato la coppa Under14 Asi. Un gruppo di ragazze che si è impegnato dal primo giorno, lavorando assiduamente in palestra con lo staff tecnico, per riuscire a migliorare su ogni aspetto.
«Con questo gruppo abbiamo disputato ben tre campionati. – spiega Alessandro Maione, responsabile tecnico del settore giovanile del Volley Napoli – «Abbiamo iniziato con l’Under14 Fipav, integrandola a metà anno con un campionato promozionale in modo da dare il giusto spazio a tutte le ragazze. Nella parte finale della stagione abbiamo iniziato la Coppa U16 Silver per far fare quanta più esperienza possibile alle ragazze, anche in una categoria con la rete più alta».
La vittoria del campionato Asi
In una palestra gremita, le giovani azzurre hanno trovato la forza emotiva di vincere la partita contro GIV Center San Vitaliano. «Una gara difficile, non tanto nel gioco, quanto per l’aspetto emotivo: una finale è sempre una finale e lo è ancora di più a 13 anni. Non è stata semplice la fase di ricezione: abbiamo incontrato una squadra il cui punto di forza era la battuta. Le ragazze non si sono mai arrese: anche dai momenti di difficoltà siamo uscite con un bel carattere».
Una prova di carattere da parte delle giovani atlete del Volley Napoli, che hanno dimostrato quanto appreso nel corso della stagione mettendolo in pratica in una partita complessa. «Il nostro punto di forza è stato sicuramente una battuta incisiva, ma siamo stati bravi anche nello sviluppo delle azioni di gioco: siamo stati molto puliti tecnicamente, costruendo e contrattaccando».
«Fondamentale dire che la cornice di pubblico è stata spettacolare: in palestra c’erano almeno 250 persone. È diventata ancora più bella quando sono arrivate le altre squadre che dovevano essere premiate: la palestra era gremita. Vincere davanti a tanto pubblico è stata una soddisfazione e si è letto sia negli occhi delle ragazze che dei genitori». Conclude così Alessandro Maione.
