Leggere in modo dettagliato il “manuale di istruzioni” delle cellule tumorali per capire come i geni, con le loro alterazioni, influenzano lo sviluppo del neuroblastoma, tumore solido pediatrico tra i più comuni, e per scoprire gli errori genetici finora invisibili che favoriscono il processo tumorale. Obiettivo finale: arrivare a individuare nuovi “bersagli” in termini di alterazioni genetiche da “colpire” a scopo terapeutico. Si tratta del progetto di ricerca multicentrico AlterAction coordinato dal CEINGE di Napoli e dal Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata (CIBIO) dell’Università di Trento con la collaborazione di altri centri di ricerca italiani.
Lo studio, in fase preclinica, è tra i progetti promossi dall’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma con la campagna di Natale “Dono Ricerca. RiDono la vita” edizione 2025 a sostegno della ricerca scientifica.
“Con questo approccio studieremo anche perché le cellule tumorali diventano ‘furbe’ e resistono ai farmaci, sopravvivendo alle cure. Queste informazioni potrebbero portare a terapie più efficaci per sconfiggere il tumore” dichiara Mario Capasso, professore associato di genetica medica all’Università Federico II di Napoli e coordinatore di AlterAction per il CEINGE-Biotecnologie Avanzate, società consortile senza scopo di lucro i cui soci sono l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e l’Università Federico II.
“Capire come i geni influenzano questa malattia – prosegue Capasso – ha tre obiettivi principali: rendere le diagnosi più accurate, permettere di creare terapie personalizzate basate sul profilo genetico di ogni paziente, e aumentare le possibilità di guarigione”.
Il progetto si basa su tecniche innovative: il “sequenziamento di terza generazione” per leggere in modo dettagliato il DNA e l’RNA delle cellule tumorali. “Questo metodo più preciso – afferma ancora Capasso – permette di scoprire errori genetici finora invisibili”.
Inoltre, queste tecniche sono finalizzate a identificare le mutazioni ereditarie che aumentano il rischio di sviluppare il neuroblastoma: “Con questo progetto – afferma il ricercatore del CEINGE – analizzeremo il DNA dei bambini con neuroblastoma per trovare quelle ‘variazioni genetiche’ che possono essere trasmesse di generazione in generazione e che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare la malattia”.
Lo studio fa anche leva su strumenti di ingegneria genetica come CRISPR/Cas9: una sorta di “taglia e cuci” per apportare modifiche genetiche. “Si parte con la modifica di geni nelle cellule tumorali coltivate in laboratorio per capire – spiega Capasso – come queste mutazioni influenzano la crescita e il comportamento del tumore. L’obiettivo finale è identificare quali mutazioni sono più importanti per lo sviluppo del tumore, così da poter progettare farmaci mirati per contrastarle in modo efficace”.
I centri di ricerca coinvolti
La rete di AlterAction è caratterizzata dalla collaborazione tra più centri di ricerca italiani: Università Federico II-CEINGE di Napoli (coordinatore) con referente il professore Mario Capasso, Università di Trento-CIBIO (co-coordinatore) con referente il professore Alessandro Quattrone, Università di Genova con referente il professore Aldo Pagano, Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza di Padova con referente la ricercatrice Sanja Aveic, e due unità di ricerca – Massimo Conte e Patrizia Perri – dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova.
Il neuroblastoma
Il neuroblastoma è il tumore solido più frequente dell’età prescolare e il tumore più frequente dell’età neonatale. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 130-140 nuovi casi. Si tratta di un tumore solido extra-cranico che si sviluppa soprattutto nei primi anni di vita, con una frequenza maggiore tra il secondo e il terzo anno. Oggi la possibilità di cura si aggira complessivamente intorno al 70% dei casi, con punte di oltre il 90% dei casi nella malattia localizzata. Per il neuroblastoma classificato ad alto rischio, però, il tasso di sopravvivenza a lungo termine resta ancora inferiore al 50%.
La campagna natalizia “Dono Ricerca. RiDono la vita”
La campagna di Natale 2025 “Dono Ricerca. RiDono la vita” contribuisce a promuovere AlterAction che vede la Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma – ramo scientifico dell’omonima associazione – tra gli enti sostenitori del progetto.
Con “Dono Ricerca. RiDono la vita” si possono scegliere doni come, ad esempio, i classici panettoni e pandori che aiutano la ricerca scientifica sul neuroblastoma e i tumori cerebrali pediatrici.
Ulteriori informazioni su www.neuroblastoma.org, sezione ANB STORE “Per il tuo magico Natale”. In alternativa, si può telefonare al numero 010-9868319 o al numero 010-9868320, oppure si può scrivere all’indirizzo di posta elettronica natale@neuroblastoma.org.
Si tratta della tradizionale campagna natalizia dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, nata nel 1993 con sede legale e radici storiche all’Istituto Gaslini di Genova.
Per il suo valore etico e sociale, “Dono Ricerca. RiDono la vita” si caratterizza per il patrocinio morale di: Guardia di Finanza, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Polizia di Stato, Stato Maggiore della Difesa, Vigili del Fuoco, Assoarma, Associazione Nazionale Alpini, Associazione Nazionale Carabinieri, Associazione Polizia Locale e Unione Sindacale Militari Interforze Associati (USMIA).
Le iniziative dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma come, ad esempio, le tradizionali campagne di Natale e di Pasqua godono del marchio “Donare con fiducia”, conferito dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) secondo percorsi di certificazione annuale attestanti trasparenza, efficacia e correttezza.