Si sono spalancate le porte e torna nuovamente a vivere l’edificio, che Achille e il caro fratello Pier Giacomo Castiglioni, disegnò per Dino Gravina nel 1960, dove adesso hanno sede La Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, sorta per valorizzare e dare spazio alla rassegna “ Universo futurista”. Una Mostra per ricordare e valorizzare la cultura visiva del XX secolo. Un tuffo nel passato, il ritorno di un sogno, vedere in esposizione un arazzo di Enrico Prampolini, dal titolo “Composizione geometrica .” Lavorare il filo lanciato o il famoso punto gobelin, per completare un arazzo per un uomo non è facile, in special modo nel 1930, mi fa battere il cuore, il solo pensiero del taglio del filo, mettere il ditale, non saltare il filo della trama, è un lavoro certosino, non è facile per un uomo, porsi al posto di una donna, il suo è un lavoro facilmente fallibile nella precisione. L’artista Enrico Pranpolini, nato a Modena il giorno 20 aprile 1894, nel tempo diventa allievo del maestro Duilio Cambellotti. Più avanti negli anni frequenta l’Accademia delle belle Arti di Roma, accettato come allievo grazie al suo conosciutissimo e mirabile maestro. L’artista Cambellotti fu un esponente di primo piano del Futurismo, ebbe stretto contatto con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, col dadaismo con la Section d’Or, il Bauhaus,il De Stijl, il gruppo Abstract-Création, con Pablo Picasso, Piet Mondrian,Vasilij Kandisckij e con il famoso Jean Cocteau, operando con concretezza, anche nel settore dell’architettura. Dal1913 per un periodo collabora con la rivista mensile milanese Varietas. Il 10 febbraio del 1914 fu iniziato in Massoneria, nella Loggia di Giosuè Carducci di Reggio Emilia. Nel 1917 fonda con l’amico Bino Sanminiatelli la rivista Noi, nello stesso tempo cura e segue, le scenografie per il film d’ispirazione futurista Thais e Perfido che incantò entrambi, diretti dal regista Anton Giulio Bragaglia, per questi attori, crea interni di tipo onirico e soffocante, anticipando i contenuti del cinema d’avanguardia francese e russo e dell’espressionismo tedesco. Anche l’artista desainer, Bruno Munari, nato a Milano il 24 ottobre del 1907 è uno dei validi protagonisti dell’arte, desainer, della grafica del XX secolo e nei diversi campi dell’Arte visiva, pittura, scultura, disegno, cinematografia, industriale, poesia didattica, con una ricerca poliedrica, sul tema del movimento, della luce dello sviluppo, della creatività e della fantasia nell’infanzia, attraverso il gioco, amico di Lucio Fontana, riesce a dominare la scena milanese degli anni cinquanta –settanta, diventa consulente aziendale e contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra.
Antonio Sant’Elia è il terzo artista, che non disdegna l’amicizia dei due, anzi essendo il più anziano crea quel giusto collante, che li avvicina e li tiene uniti sempre più al sodalizio e all’arte, Nato a Como il 30 aprile del 1888 a soli diciassette anni aveva il diploma di capomastro, si laureò in Architettura a Bologna dove inizia una personale ricerca formale, molto attento, ai processi di industrializzazione sensibile all’uso dei nuovi materiali edilizi (quali cemento armato ferro e vetro). Studia ipotesi progettuali che trovarono una dimensione teorica nei due manifesti pubblicitari del 1914, il primo dal titolo “Messaggio, ” il secondo “Architettura Futurista”, rimane tra le figure di rilievo dell’Architettura italiana del XX Secolo. Antonio Sant’Elia muore combattendo, in guerra colpito da un colpo di mitraglia il giorno 23 ottobre del 1921. La prima importante esposizione Futurista si tenne a Parigi, dove, parteciparono anche gli artisti: Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni e Saverini, inaugurando la prima mostra nel 1912.
Anna Sciacovelli