GLI EREDI DEL FUOCO, FILM CAPOLAVORO DI BORIS MOLINARO ED EMANUEL PASCALE SU DEVASTAZIONE AMBIENTALE
Il cortometraggio proiettato al Cinema Excelsior di Ischia in occasione dell’Ischia Global Festival, racconta della devastazione del territorio avvenuta a partire dagli anni ’50 in tutte le realtà turistiche italiane, come l’isola d’Ischia, ad opera dei pasticcieri del cemento selvaggio ed affaristico. Si tratta di un film di forte denuncia che vuole essere un monito per quanto accaduto e al tempo stesso una speranza: la speranza che in Italia e nel mondo si vada oltre gli sterili e strumentali proclami e si concretizzi realmente il tanto agognato sviluppo ecosostenibile.
di Gennaro Savio
Applausi scroscianti a scena aperta nella sala gremita del Cinema Excelsior di Ischia dove in occasione dell’Ischia Global Festival è stato proiettato “Gli eredi del fuoco”, il cortometraggio magistralmente diretto dal regista ischitano Boris Molinaro che racconta, senza mai citarla, la trasformazione che l’isola d’Ischia, l’isola del fuoco benevolo del vulcano, ha vissuto a partire dagli anni ’50 del secolo scorso quando l’economia basata sull’agricoltura e sulla pesca, dunque su di un utilizzo corretto e rispettoso dell’ambiente, venne sostituita da quella turistica in molti casi purtroppo sviluppatasi senza regole che tutelassero la natura e che in pochi decenni ha visto la devastazione di parte del territorio con la realizzazione di ecomostri della speculazione edilizia affaristica. Devastazione di enormi porzioni di territorio spesso preceduta da incendi dolosi. L’avidità degli affari economici che prevale sulla difesa e la valorizzazione del patrimonio naturalistico ed ambientale, è raccontata attraverso la storia di un trentenne, Edoardo, eccezionalmente interpretato dal giovane attore ischitano Emanuel Pascale che diventa il nuovo custode di un antico eremo scavato nella pietra di una montagna. Un eremo che rappresenta l’ultimo “rifugio”, l’ultimo fortino di un’antica purezza naturale che rischia, però, di andare definitivamente perduta per l’avvento della modernità. Trascorre poco, infatti, che Edoardo, con l’arrivo minaccioso degli affaristi del turismo per trasforrmalo in un hotel, è costretto a lasciare l’eremo.
Al regista Boris Molinaro abbiamo chiesto quale è stato il messaggio che ha voluto lanciare attraverso il suo cortometraggio. “Il messaggio che in qualche modo ho voluto lanciare con questo film – ha affermato Molinaro – è un messaggio a doppia matrice: una matrice di denuncia ed una matrice di speranza. La matrice di denuncia sta nel dire e condannare le dinamiche di profitto che in qualche modo stanno cambiando la nostra identità e ci stanno portando verso una perdita drammatica di autenticità, e il secondo messaggio invece è di speranza e vede in qualche modo la natura poi, alla fine, riuscire, se le lasciamo l’opportunità di farlo, a riprendersi sempre il suo spazio vitale.”
L’attore Emanuel Pascale ci ha raccontato quale insegnamento ha tratto nell’interpretare il ruolo dello sconfitto su una tematica, come quella della devastazione dell’ambiente, che è bene sottolinearlo, dalla metà della fine del ‘900 oltre all’isola d’Ischia ha colpito tutta l’Italia e tutto il mondo.
“Dal ruolo dello sconfitto di questo lavoro – ha dichiarato Pascale – ho tratto l’insegnamento dell’impegno nella relazione con la natura. Ovvero di quello di salvare il salvabile. Quello di avere un rapporto non di utile con ciò che ci circonda, ma un rapporto di libertà reciproca.”
Cosa aggiungere. La speranza è che in Italia e nel mondo si vada finalmente oltre gli sterili e strumentali proclami e si concretizzi realmente il tanto agognato sviluppo ecosostenibile.










