È tra i fattori di rischio principali, eppure il fumo non sempre viene associato alle neoplasie urologiche, anche se colpisce quasi 30mila persone in Italia, rappresentando circa il 7% di tutte le nuove diagnosi di tumore.
Un doppio motivo per sollevare l’attenzione proprio nel mese di maggio che è dedicato alla sensibilizzazione sul tumore alla vescica, oltre alla Giornata Mondiale senza tabacco (31/5).
“Il Gruppo di Studio Uro-oncologico dell’A.I.R.O. (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica) ribadisce il proprio impegno nel promuovere la conoscenza del tumore della vescica – spiega Ciro Franzese, Coordinatore del Gruppo di Studio – un tema di grande interesse presentati anche al congresso di radioterapia oncologica (ESTRO) appena concluso. Sono stati presentati i risultati di uno studio[1] sull’associazione tra nivolumab e radiochemioterapia, dimostrando risultati particolarmente incoraggianti sia in termini di controllo locale della malattia, sia per le potenzialità di preservazione vescicale”.
ATTENZIONE AL FUMO DI SIGARETTA E SOSTANZE CHIMICHE
Il tumore della vescica è una delle neoplasie urologiche più diffuse, che ogni anno colpisce oltre 29.000 persone in Italia, rappresentando circa il 7% di tutte le nuove diagnosi di tumore.
Il principale fattore di rischio per il tumore della vescica è il fumo di sigaretta. Altri fattori includono l’esposizione professionale a sostanze chimiche impiegate in settori industriali come la lavorazione della gomma, dei coloranti e dei tessuti, l’assunzione prolungata di alcuni farmaci, infezioni urinarie croniche o parassitarie e una dieta ricca di grassi. La prevenzione primaria, attraverso l’adozione di stili di vita sani, è fondamentale per ridurre l’incidenza della malattia. La diagnosi precoce rappresenta invece lo strumento più efficace per aumentare le possibilità di guarigione, perché sintomi come la presenza di sangue nelle urine (ematuria), anche se non associati a dolore, devono sempre essere segnalati al medico.
RADIOTERAPIA, L’OPZIONE TERAPEUTICA MODERNA, EFFICACE E SICURA
Negli ultimi anni, la radioterapia oncologica ha assunto un ruolo sempre più rilevante nella gestione del tumore della vescica, in particolare nei pazienti che desiderano preservare l’organo o nei casi in cui non sia possibile eseguire un intervento chirurgico radicale.
“I trattamenti conservativi (come la terapia trimodale che combina resezione transuretrale del tumore, radioterapia e chemioterapia), rappresentano oggi un’alternativa consolidata alla cistectomia radicale, con risultati oncologici paragonabili nei pazienti ben selezionati affetti da carcinoma muscolo-infiltrante. Le tecnologie più avanzate, come la radioterapia a intensità modulata (IMRT) e la radioterapia adattativa – conclude Marco Krengli, Presidente A.I.R.O. – permettono di somministrare dosi molto precise al tumore, risparmiando al massimo i tessuti sani circostanti, come l’intestino e il retto. Ciò consente, oltre a preservare la vescica, di ridurre gli effetti collaterali, migliorare la tollerabilità del trattamento e mantenere una buona qualità della vita”.