Conoscere gli artisti e i pittori esecutori, che nelle chiese prima, e nei palazzi poi, avevano fermato il tempo, creando gli arredi e dipingendo sulle pareti la vita che si conduceva all’epoca in un antico palazzo, oppure nei castelli, era per noi ragazze una costante e meravigliosa scoperta, ma nello stesso tempo, una scommessa di ricerca per noi stesse, appena quindicenni, scoprire l’arte, quei colori semi sbiaditi, che comunicavano, con il loro silenzio la vita quotidiana, era per noi una spinta per approfondire il nostro sapere, la loro nascita, il loro vissuto, chi indossava quelle vesti dai bordi dorati e dai mutevoli colori fermati da una mano su antiche tele, chi aveva ritratto quei volti raffinati e vezzosi sorridenti o semi seri, fermi per secoli su quelle tavole o tele, elegantemente dipinte e ripresi in atteggiamenti sorpresi o con una serietà facciale, da far paura, non era un muto messaggio, nel loro silenzio parlavano a gran voce. Un viaggio ad Arezzo in compagnia di Nonno Ciccio, ci dette la possibilità di avvicinarci all’arte, nonno volle portarci alla casa dell’artista Giorgio Vasari, noto pittore, che nel 1540, acquistò quella casa, che terminò di decorarla solo nel 1548, tra gli affreschi del Vasari, ci sono alcuni ritratti di artisti: L.Signorelli, Lo Spinello, Andrea del Sarto, Michelangelo e altri. Nella camera d’Apollo, ”Apollo e le muse” nello Studio, sono dipinti. La virtù, l’invidia e la fortuna. I dipinti del soffitto della Camera nuziale Abramo al centro, mentre intorno La Pace, La Concordia, La Virtù e la Modestia. Il Vasari dedicò otto anni per affrescare i soffitti e le pareti della sua casa. La città di Arezzo, fu stazione Militare romana sulla Via Cassia, importante centro artistico, dove si producevano vasi fittili di color corallino decorati in rilievo imitando i disegni a sbalzo dei vasi metallici. La visita al duomo costruito nel 1277, stile romanico-gotica, ripresa nel 1313 e nel 1510, la facciata è un gelido rifacimento dei primi anni del nostro secolo. All’interno si notano le vetrate del XVI, quasi tutte opere dell’artista Marcillat; nentre la Maddalena, affresco minore di Piero della Francesca, la tomba Tarlati (1330), eseguita su disegni di Giotto, con bellissime sculture sull’urna e infine, la cappella della Madonna del Conforto, che costituisce come una chiesa la parte gotica, ma decorata nel XVIII, e che contiene diverse opere dei Della Robbia. Il museo Archeologico Mecenate, raccoglie materiale etrusco e romano, ha inoltre una importante collezione di ceramiche aretine. Una passeggiata oltre il palazzo della fraternità dei laici, del XIV e XVsec. porta al Palazzo delle Logge, opera su disegno del Vasari (1573- 81), che ha, sotto i portici del Vasari antiche botteghe e al centro, una scala che lo attraversa e che conduce a una piazzetta superiore.
La Pieve di S. Maria (XI sec.), è il massimo monumento romanico della città, Nel 1111 fu quasi totalmente distrutta nel famoso Sacco di Arezzo e ricostruita all’inizio del XII sec. in Piazza Grande. Mentre Il sacco di Roma del 1527, 20.000 romani furono uccisi, 10.000 fuggirono e 30.000 morirono di peste portata dagli Assalitori, famosi Lanzichenecchi, il Papa si arrese, sborsando circa 400.000 Ducati ai 12.000 Lanzichenecchi arrivati nel novembre del 1526.
Riprendiamo a parlare di Arezzo. Le Figure scolpite nell’archivolto del portale centrale opera d’ignoto del XIII sec.,raffigurano i mesi dell’anno espressi da una tipica attività agricola. Il Campanile è detto delle cento buche, per le quaranta bifore poste su cinque piani. La Pinacoteca Comunale e il Museo d’arte Medievale. Hanno sede nel palazzo Bruni- Ciocchi , che nel XV sec. fu rimaneggiato da B. Rossellino, le sezioni più interessanti sono: la Pinacoteca con opere del Margaritone, degli Spinelli, del Vasari, di L. Signorelli; una raccolta di sculture frammenti romanici da palazzi e chiese, ed una raccolta di oggetti d’arte Sacra e di ceramiche. La chiesa di San Domenico è invece di semplice architettura gotica, all’interno ricca di affreschi e il grande crocifisso opera giovanile di Cimabue. Da non dimenticare di visitare Santa Maria delle Grazie(1449), romanica è preceduta da un portico rinascimentale, opera di Benedetto da Maiano. All’interno, l’altare maggiore di marmo e terracotta,è opera di Antonio della Robbia. La chiesa è situata sul fondo di un cortile a prato, circondato da pini. La facciata primitiva è preceduta da un portico, opera del XV sec. di benedetto da Maiano, capolavoro di architettura rinascimentale. La scalinata d’accesso ne accentua l’eccezionale leggerezza dovuta alle colonne sottili e all’altezza dei pulvini.
La nostra scoperta dell’arte,fu vera sorpresa.
Anna Sciacovelli