Il trasferimento di prodotti chimici velenosi, di prodotti chimici caldi e di fluidi corrosivi deve essere effettuato attraverso tubi dotati di caratteristiche speciali, che siano in grado da un lato di prevenire qualsiasi forma di contaminazione e dall’altro lato di garantire la sicurezza del passaggio. Proprio per questo motivo c’è bisogno di condotte che li trasportino senza che vi sia il rischio di una reazione chimica innescata dal composto trasportato, a maggior ragione nel caso in cui esso sia aggressivo. I tubi per prodotti chimici, inoltre, devono avere la capacità di sopportare senza problemi il rigonfiamento provocato dal passaggio di determinati solventi, e in ogni caso devono agevolarne lo scorrimento.
I requisiti da rispettare
Ogni contesto, come si può ben intuire, ha delle caratteristiche specifiche che si traducono in requisiti da rispettare: per esempio ci sono piattaforme di scarico in cui è di fondamentale importanza la mobilità, e in questi casi le condotte devono essere formate da tubi flessibili, i quali a loro volta devono essere stati progettati e realizzati in maniera specifica per il deflusso di prodotti chimici. Le richieste di tubi flessibili che siano in grado di accogliere i prodotti chimici, d’altra parte, sono molto numerose: si pensi per esempio alle raffinerie e alle piattaforme petrolifere, come pure agli impianti industriali del settore cosmetico, del comparto farmaceutico o in ambito alimentare.
Tubi flessibili: quali caratteristiche devono avere
La resistenza alla corrosione è solo una tra le tante prerogative importanti che devono essere rispettate da tali tubazioni; vale la pena di mettere in evidenza anche la capacità di resistere all’usura e agli urti accidentali. Inoltre, è importante che questi tubi siano in grado di sopportare fino a 20 bar di pressione, mentre nel caso del vapore si può arrivare a temperature che toccano i 200 gradi. Questi rappresentano, in linea di massima, i parametri medi che contraddistinguono un impianto chimico.
I rivestimenti in acciaio
Come possono, dunque, i tubi flessibili riuscire a rispettare questi requisiti? Prima di tutto grazie a un rivestimento costituito da una treccia esterna in acciaio. I tubi, inoltre, possono essere raccordati in modi differenti, e anche le pareti interne possono essere sottoposte a trattamenti con materiali ad hoc. È legittimo domandarsi, a questo punto, quali siano i materiali più comuni che vengono utilizzati per costruire tubi flessibili per prodotti chimici. Il FEP e l’UPE, per esempio, sono sottostrati a cui si ricorre a questo scopo per la loro capacità di resistere ai prodotti chimici.
Gli altri materiali
Con la sigla FEP si fa riferimento all’etilene propilene fluorurato, che pur avendo il piccolo inconveniente di una scarsa lavorabilità si fa apprezzare per una straordinaria resistenza ai solventi. Va detto, comunque, che si possono realizzare tubi flessibili efficaci anche con materiali come il PTFE, l’EPDM e il silicone. Il PTFE non è altro che il materiale teflon, che tutti noi conosciamo perché viene utilizzato, per esempio, per i rivestimenti antiaderenti delle padelle. In effetti la sua peculiarità principale è quella di assicurare un indice di attrito basso, ma non solo: il teflon, infatti, è anche in grado di conservare la propria composizione strutturale intatta per un range termico molto alto che va da un minimo di 200 gradi sotto zero a un massimo di 260 gradi.
Un’azienda del settore: il caso di Mediatec
Tra le aziende specializzate in questo settore merita di essere menzionata Mediatec, che nel proprio catalogo propone anche tubi destinati ad accogliere il flusso di prodotti chimici. Leader nel comparto delle tecnologie dell’industria, questa impresa ha sede in provincia di Treviso e fa dell’efficienza il fiore all’occhiello del proprio business, grazie al lavoro di 30 professionisti altamente qualificati.