Fra le due guerre non ci mancava che il surrealismo da cornice che ripropone le sue orme dal francese André Breton a Jose Maria Rodriguez Madoz, fotografo molto apprezzato su versi flash di nature morte, oggetti quotidiani e che dai quali, a volte sempre gli stessi, dona nuovi significati ogni volta sempre più nuovi a temi svarianti; è come se estrapolare il meglio della fotografia e dalla fotografia stessa una pura passione di temi e colori nero su bianco. Maria Luïsa Borràs, critico d’arte, afferma in sunto che “Chema Madoz è difficile classificarlo tra gli artisti, inserirlo in un genere, ed è particolarmente evidente nel caso di Chema Madoz che non è solo un fotografo ma un poeta visivo, un neoconcettuale emergente, un artista di taglio internazionale netto e tanto altro.”
Chema, ha tenuto mostre presso il Museo Nazionale di Arte Reina Sofia di Madrid (MNCARS, 1991), il Nederlands Fotomuseum di Rotterdam (2011), il Museo di Arte Multimediale di Mosca (2011), La Pedrera (Barcellona, 2013).
Apprezzando molto la sua fatica, ha raggiunto molti palinsesti e successi, tra cui: il Premio PHotoEspaña(2000), poi successivamente con il Premio higashikawa e il Premio Nazionale di Fotografia del Ministero della Cultura di Spagna. Nel 2011 è stato anche PHotoEspaña Bartolomé Ros Award.
Le sue opere piacciono molto ai collezionisti da starci bene anche negli istituti come MNCARS, il Ministero della Cultura, la Fondazione Telefonica, il Museo di Belle Arti di Housto e il Museo di Belle Arti di Buenos Aires, etc.
Chema, classe spagnola del ’58 si è laureato a Madrid presso l’Università Complutense e specializzato in fotografia appena comprò la sua prima macchina fotografica Olympus, tra cui a distanza di due anni presentò i suoi lavori alla Royal Photographic Society di Madrid e se ne verificò subito che la sua foto fosse “originale”. Il suo scopo era ed è quello di guardare qualsiasi cosa ed evolverla in nuovo, questo piace, è come se trasmettere ogni giorno una emozione diversa da svarianti sfaccettature e sfumature che fanno perdere l’uomo in un circolo veneziano di tanto spazio. La sua originalità è legata molto all’affetto e la paternità dello scatto fotografico.
Come afferma lui stesso “Gli oggetti hanno lo stesso carattere delle parole, si contaminano l’un l’altro generando significati sempre nuovi”.
Foto di www.trendland.com/chema-madozs-fine-art-photography/
Rosa Santoro