Il cinema (inteso come luogo) è morto? Dopo anni di necrologi anticipati per le sale che proiettano film, con biglietti in picchiata e strutture chiuse, il 2016 in Italia è stato decisamente un anno positivo: merito innanzitutto di due lavori che hanno creato un effetto traino su tutto il comparto.
Due film su tutti. L’anno trascorso, infatti, è stato segnato dal successo travolgente di due commedie, ovvero Quo Vado? di Checco Zalone, assoluto record di incassi con 65 milioni di euro, e Perfetti Sconosciuti, che oltre a sbancare il botteghino ha anche ottenuto importanti apprezzamenti dalla critica (sintetizzati nel David di Donatello). In complesso, in tutto il 2016 le sale cinematografiche italiane hanno staccato 105.385.195 biglietti, con un incremento del 6,06% rispetto al bilancio precedente.
Il cinema italiano. Bene anche gli incassi generati, che toccano i 661 milioni di euro (+3,86% sul 2015) e proseguono il trend positivo anche rispetto al 2014. Migliorano le cose anche sul fronte della quota di mercato conquistata dalle produzioni made in Italy, che salgono al 28,71% del totale (contro il 21,35% del 2015) e fanno di conseguenza scendere la predominanza delle americane, che passa dal 60,01% al 55,19%.
L’aiuto del web. Insomma, gli spettatori vanno al cinema quando hanno un bel film da vedere, questa è la morale (e la lezione da apprendere); inutile quindi demonizzare gli strumenti “alternativi” di visione di pellicole, come tv on demand o siti di streaming legale. Anzi, in questo senso un portale come PopcornTv, che offre un servizio gratuito di filmstreaming per tutti gli utenti, rappresenta un fattore di interesse utile per il mondo del cinema.
Contrastare la pirateria. Anche perché, come spiegato da una recente analisi della rivista americana Variety, il web consente di “accorciare le distanze” dei tempi di attesa tra l’uscita di un film in sala e la sua disponibilità per il mercato dell’home video, in qualche modo contrastando la pirateria e assecondando, invece, la voglia in continuo aumento da parte del pubblico di fruizione di contenuti on demand, disponibili cioè in qualsiasi luogo e in ogni momento.
Sguardo all’America. A proposito di Stati Uniti, dall’altra parte del mondo il 2016 è stato per l’industria cinematografica un anno tra luci e ombre: nonostante l’ascesa dei servizi di streaming e la crescente qualità delle serie tv, infatti, da un punto di vista economico il cinema resiste, ma con performance molto distanti da quelle degli anni “pre-crisi”. Il numero di spettatori in sala negli Stati Uniti, infatti, è stato di 1,32 miliardi, ma nel 2002 erano ben 1,57 miliardi; eppure, crescono gli incassi, anche perché sono aumentati i costi dei biglietti (anche per sale Imax e proiezioni in 3D).
Il successo dei sequel. Inoltre, se in Italia hanno vinto le idee originali, il mercato americano è stato a dir poco dominato da sequel o comunque spin-off: in particolare, nella classifica dei dieci film più visti nel Paese, i primi tre posti sono conquistati da Alla ricerca di Dory, Captain America. Civil war e Rogue one. A Star Wars story, e ben otto film di questa top ten sono rifacimenti o parte di saghe (uniche eccezioni, due film di animazione come Pets. Vita da animali e Zootropolis).
Il flop dell’usato sicuro. Eppure, non basta andare “sull’usato sicuro” per garantirsi i guadagni, perché il 2016 è stato anche l’anno del flop di numerosi sequel: i botteghini americani, infatti, non hanno premiato prodotti come Independence day. Rigenerazione, Tartarughe Ninja. Fuori dall’ombra, Cattivi vicini 2, Alice attraverso lo specchio, con Johnny Depp, Inferno, con Tom Hanks, e altri che, pur essendo parte di un “universo” noto, non hanno offerto nuovi spunti di emozione agli spettatori.
Alessia Baldasarre