Concettualmente è molto semplice rispondere alla domanda “cos’è la Charas”: si tratta di una tipologia di hashish molto apprezzata e ricercata soprattutto dagli intenditori. In realtà, però, c’è molto altro e ora lo vedremo insieme.
Cos’è la charas
Si tratta della forma più antica di concentrato di cannabis: basti pensare che in India viene utilizzata da migliaia di anni, sebbene non a scopo ludico ma bensì a scopo medicinale, al punto che – per i suoi effetti curativi e psicoattivi – per i seguaci di Shiva (una divinità maschile il cui culto caratterizza la religione induista) è ritenuta sacra.
Non richiedendo complesse tecniche di estrazione o attrezzature particolare, resta la via preferenziale per la produzione di cannabis pura concentrata.
A differenza dell’Hashish a noi più nota, sebbene ne condivida le tecniche di preparazione, viene preparato con infiorescenze fresche di qualsiasi varietà di cannabis, sebbene sembri che la maggior richiesta sia per le specie dell’India settentrionale, dove crescono varietà autoctone di altissima qualità (come ad esempio la cannabis selvatica himalayan o la “jungle)
La storia
Come accennato poco fa, la charas vanta una storia millenaria. Pare che i devoti induisti la usassero già migliaia di anni fa, quando la cannabis aveva un ruolo chiave nella storia dell’India: non a caso, i Veda (libri sacri indù) citavano la marjuana già nel lontano 2000 a.C.
Ovviamente, nella loro storia ci sono diverse tipologie di assunzione di questa sostanza: poteva essere assunta tramite il fumore, con uno strumento apposito detto “cilum” oppure bevendo una bevanda nota col nome di “bhang”, composta da una miscelta di latte in cui veniva disciolta la charas.
Con l’avvento della “civiltà”, la charas non è sfuggita al bando delle sostanze psicoattive ma ciò non ha fermato nessuno: nè gli intenditori di cannabis pura nè tantomeno i monaci induisti che ancora ne utilizzano come pratica religiosa.
Come si prepara il Charas
Ve lo abbiamo anticipato sopra: non servono particolari macchinari, nè particolari tecniche per produrre il charas in autonomia. Tutto ciò che serve sono delle piante produttive, aldilà della potenza, della produttività dei sapori o dagli aromi.
L’unica accortezza è quella di utilizzare piante un po’ più appiccicose e quindi in grado di produrre la resina che è poi ciò che vi servirà.
Procedimento
Dopo aver scelto un paio di cime più grandi, eliminate le foglie ricoperte di cristalli (non buttatele, saranno utili per altre preparazioni a base di – ovviamente – cannabis) e cominciate a strofinarle lentamente tra i palmi delle mani.
Quando comincerà a fuoriuscire la resina, dovrete aumentare la velocità e la pressione in modo da far accumulare la resina fino a formare delle piccole palline di charas. Non fermatevi, continuate finchè la pallina non sarà sufficientemente grande, cioè finchè non sarà esaurita la resina.
In realtà, si può fare anche con delle lame o spatole, non affilate, che permettono il compattamento della resina in palline: questa tecnica è un po’ più agevole in quanto non vi è l’influenza della temperatura corporea che rende il tutto più appiccicoso ed anche più macchinoso.
Dove acquistarla
A oggi, dicevamo, è illegale detenerla e anche commercializzarla, nella forma prodotta da piante di cannabis classiche. Ma, è possibile trovare in commercio e quindi acquistare la charas legale prodotta da piantine di Cannabis light. Nel caso non lo sapeste, la Cannabis light è caratterizzata da un livello molto basso di THC, che poi è quella sostanza che causa l’effetto stupefacente. In Italia, è legale la cannabis light contenente un livello di THC al di sotto del 0,2 percento. Per cui, la Charas prodotta dalle infiorescenze delle piantine di Cannabis Light è – di conseguenza – altrettanto legale e commercializzabile.