Non serve soltanto curare bene, serve anche non ostacolare le cure. È questo il cuore del messaggio che A.I.R.O. (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica) che lancia in occasione del No Tobacco Day.
“Per chi affronta un percorso radioterapico, il fumo è una sorta di sabotaggio silenzioso. Riduce l’ossigenazione dei tessuti, aumenta gli effetti collaterali, aggrava le complicanze e peggiora l’outcome. Continuare a fumare durante il trattamento compromette la risposta terapeutica, aumenta la tossicità e peggiora la prognosi – dichiara Marco Krengli, Presidente A.I.R.O. – e smettere di fumare significa dare più forza alla terapia, e più possibilità alla vita. Lasciare il fumo non è semplice, soprattutto in un momento di fragilità, ma è un gesto che può cambiare il decorso della malattia”.
L’OSSIGENO È UN ALLEATO, MENTRE IL FUMO LO NEGA
Uno dei motivi principali è che la radioterapia funziona meglio quando c’è abbastanza ossigeno nei tessuti. Il fumo riduce l’ossigeno, anche nelle zone colpite dal tumore, rendendo le radiazioni meno efficaci e aumentando il rischio di problemi durante e dopo le cure[1].
“L’ossigeno potenzia l’azione delle radiazioni ionizzanti – prosegue Krengli – ma il fumo abbassa i livelli di ossigeno nel sangue e nei tessuti, compromettendo il risultato delle sedute radioterapiche e aumentando il rischio di fallimento terapeutico”.
EFFETTI COLLATERALI, PIÙ FORTI E PIÙ FREQUENTI
La letteratura scientifica è chiara: i pazienti che fumano durante la radioterapia hanno un rischio maggiore di sviluppare effetti collaterali severi. Mucositi, ulcere, secchezza della bocca, danni cutanei e complicanze respiratorie si manifestano con maggiore frequenza e intensità[2] [3]
“Gli effetti collaterali sono più intensi e duraturi e spesso impediscono la regolare prosecuzione della terapia. Smettere di fumare – conclude Krengli – può voler dire, molto concretamente, riuscire a completare il percorso terapeutico con più serenità e più efficacia”.
UN NEMICO CHE DANNEGGIA I TESSUTI SANI E AUMENTA RISCHIO RECIDIVA
Il fumo non colpisce solo il tumore, ma aggrava i danni anche nei tessuti sani irradiati. Le sostanze chimiche contenute nel tabacco favoriscono infiammazione e stress ossidativo, che potenziano gli effetti nocivi delle radiazioni dove non dovrebbero agire. Continuare a fumare durante e dopo la radioterapia aumenta significativamente il rischio di recidiva, soprattutto nei tumori della laringe, orofaringe e polmone. L’interruzione del fumo si associa invece a una maggiore probabilità di controllo locale della malattia e a un miglioramento della sopravvivenza.