Soffrire di attacchi d’ansia sporadici e non gravi è una condizione diffusa tra numerose persone al giorno d’oggi. Si tratta di segnali di avviso di potenziali disturbi più gravi che potrebbero compromettere la propria routine quotidiana e rendere incapaci le persone di svolgere numerose attività che, invece, desiderano fare.
Ecco perché i rimedi ansiolitici stanno vedendo una crescente diffusione e un sempre maggiore impiego. Tuttavia, piuttosto che far riferimento a prodotti sintetici realizzati in laboratorio, i rimedi naturali sono di gran lunga più indicati per curare questa condizione sporadica.
Intervenire massicciamente con prodotti farmaceutici aggressivi è una reazione decisamente sproporzionata alla maggior parte dei leggeri attacchi d’ansia, i quali altro non richiedono che rilassarsi e concedersi del sano riposo.
Ecco perché la ricerca di rimedi ansiolitici naturali sta vedendo particolare diffusione negli ultimi periodi. Al primo posto tra le scelte degli italiani figurano le numerose varietà di olio CBD: un rimedio naturale oggetto di crescente interesse man mano che gli studi scientifici approfondiscono le sue proprietà benefiche.
Ansiolitici naturali: quali sono le caratteristiche?
Tra gli ansiolitici naturali figurano numerosi prodotti di erboristeria, accomunati da proprietà ben definite.
Dalla melissa all’iperico, dalla valeriana alla passiflora, ciò che rende questi rimedi efficaci contro i leggeri attacchi d’ansia è la loro capacità di rilassare corpo e spirito, agevolando un sano recupero di energie e agevolando, soprattutto, il sonno.
Si tratta di rimedi antichissimi che permettono di energizzare il corpo, come nel caso del ginseng, ma anche di curare palpitazioni, irrequietezza e dispepsia lieve.
L’efficacia di questi rimedi è dovuta alla loro azione lenta ma pervasiva, che non va a stressare particolarmente l’apparato circolatorio o quello digerente, in contrapposizione alla maggior parte dei farmaci sintetici ad azione rapida.
Ma qual è il rimedio naturale più diffuso e anche più efficace?
Stando a numerosi studi scientifici, si tratta proprio del CBD, o Cannabidiolo, la seconda molecola maggiormente diffusa nella cannabis e la prima nelle piante di cannabis light.
Una molecola non psicoattiva e, di conseguenza, liberamente commercializzabile.
Gli effetti benefici del CBD contro l’ansia
Ad attestare gli effetti benefici del CBD sono stati numerosi studi scientifici condotti da alcuni tra i poli universitari più importanti al mondo e pubblicati sulle riviste specialistiche a partire dai primi anni del 2000.
Uno tra questi, condotto da Russo E. e Burnett A. e pubblicato sul Neurochemical Research ha messo in evidenza le proprietà ansiolitiche e antidepressive del CBD.
I due ricercatori, infatti, hanno constatato che il CBD agisce come antagonista verso i recettori 5-HT1a, andando a svolgere una importante funzione di regolazione nel metabolismo di serotonina e dopamina, meglio noti come i neurotrasmettitori della felicità.
Sono così detti in quanto serotonina e dopamina vanno a regolare quegli effetti psichici connessi al sentimento di felicità, come eccitazione, creatività, positività e “leggerezza del corpo”.
In generale si è notato come il CBD si leghi perfettamente al sistema endo-cannabinoide, il quale naturalmente svolge importanti funzioni neuroprotettive e neuro-regolative.
Il sistema endo-cannabinoide, studiato di recente da Alline Cristina Campos, Fabricio Araújo Moreira e Felipe Villela Gomes, da tempo pubblicisti del Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences, è un importante sistema neuro-regolamentatore e neuro-protettivo naturalmente presente negli animali che si occupa di assimilare e produrre molecole simili ai fito-cannabinoidi (come appunto il CBD).
Stando ai risultati di questi studi, dunque, il CBD aiuta gli individui soggetti ad attacchi d’ansia a rilassarsi, trovare la tranquillità e recuperare le energie.
Un’assunzione prolungata e regolata, inoltre, previene l’insorgere di questi disturbi, permettendo il normale svolgimento delle attività quotidiane.
Olio CBD: l’assunzione più versatile
Tra le tante modalità di assunzione del CBD la più versatile è sicuramente quella tramite le tante varietà di olio CBD, a concentrazione e purezza variabile.
Questi prodotti, infatti, sono disponibili in commercio sia per l’applicazione cutanea sia, invece, in versione edibile, da usare con tisane, accompagnate da alimenti o anche ingerite direttamente.
Allo stato puro l’olio CBD presenta un sapore che ricorda vagamente il fieno e una consistenza oleosa, motivo per cui l’assunzione diretta non risulta essere sgradevole come nel caso di altri rimedi naturali, come ad esempio la valeriana, dal sapore amaro e dal pessimo odore.
Inoltre, la possibilità di far riferimento ad oli a concentrazione variabile permette anche una posologia più accurata e, in generale, una fito-terapia maggiormente regolabile sulla base delle proprie esigenze.
Assumere olio CBD: controindicazioni e raccomandazioni
Trattandosi di una sostanza al 100% naturale, l’olio CBD non presenta controindicazioni significative al contrario dei farmaci sintetici.
L’assunzione di dosi sproporzionate alla propria posologia può presentare degli effetti collaterali, come:
- Secchezza della bocca;
- Sonnolenza;
- Insorgenza di appetito;
Si consiglia, per evitare l’insorgere di queste controindicazioni, l’assunzione graduale di dosi via via crescenti, fino al trovare il giusto equilibrio. Dato che la sostanza, se ingerita, ha una biodisponibilità prossima al 100%, si consiglia di partire proprio dalle dosi minime.
Una biodisponibilità così elevata significa che quasi la totalità del CBD presente nell’olio viene assunta dal corpo: se non si è mai fatto uso di cannabinoidi, dunque, è opportuno lasciare che il corpo si adatti alla sostanza e individui i dosaggi giusti.
Non vi è nulla di cui preoccuparsi, tuttavia: nei foglietti informativi dei prodotti acquistabili presso i tanti store online, come ad esempio JustBob, contengono tutti i dettagli sui metodi di assunzione.
Un’ultima importante raccomandazione riguarda chi è sotto cure farmacologiche. Il CBD, infatti, potrebbe intervenire sul metabolismo delle altre sostanze che si stanno assumendo, motivo per cui in questi casi è sempre raccomandato consultare il proprio medico curante.