Con quasi un incidente ogni due giorni in Italia l’invasione di animali selvatici come i cinghiali in città e campagne ha provocato più di 200 fra morti e feriti sulle strade in un anno, oltre a danni alle coltivazioni e rischi sanitari per gli allevamenti. E’ quanto emerge dall’elaborazione di Coldiretti su dati Asaps in occasione del vertice a Roma a Palazzo Rospigliosi tra il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, il presidente di Fondazione Una Maurizio Zipponi, e il presidente dell’associazione Agrivenatoria Biodiversitalia Niccolò Sacchetti, per affrontare una delle peggiori minacce alla sicurezza delle famiglie, all’ecosistema, alla biodiversità e alla sovranità alimentare nazionale.
Una situazione peggiorata con la siccità che – spiega Coldiretti – fa seccare i raccolti e asciuga i torrenti spingendo i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua. Peraltro i bassi livelli dei fiumi permettono agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro, tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta.
CINGHIALI SEMPRE PIÙ VICINI A CASE E SCUOLE
I branchi – sottolinea Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. Con la presenza di 2,3 milioni di cinghiali stimati dalla Coldiretti sull’intero territorio nazionale la situazione è ormai insostenibile in città e campagne con danni incalcolabili alle produzioni agricole ma – continua Coldiretti – ma anche all’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana.
“La maggioranza degli italiani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza “di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale”. Gli abbattimenti dei cinghiali – spiega Coldiretti – si verificano per la quasi totalità (94%) in aree pubbliche e il resto in riserve di caccia private e per la maggior parte (60%) si tratta di animali di grossa taglia, secondo gli ultimi dati Ispra relativi al periodo 2015-2021.
L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali. Se nelle città molti abitanti sono costretti a vivere nella paura – conclude Coldiretti – nelle campagne la presenza dei cinghiali ha già causato l’abbandono di 800mila ettari di terreni fertili che oggi, oltre a non essere più produttivi, sono esposti all’erosione e al dissesto idrogeologico.
Fonte Agenzia Dire