Affidare le pazienti a centri di riferimento è un passaggio cruciale nella gestione dei tumori ginecologici, fin dalle prime fasi del percorso di cura.
È questo il messaggio centrale emerso dall’ultima edizione del congresso “Nodi di Cura”, promosso dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per fare il punto sull’innovazione clinica e organizzativa in questo ambito.
“È fondamentale che le pazienti vengano valutate e prese in carico nei centri di riferimento: la gestione nel centro oncologico offre una diagnosi accurata, riduce gli errori e garantisce l’accesso a studi clinici e terapie all’avanguardia”, sottolinea la Dottoressa Valentina Chiappa, ginecologa oncologa dell’INT.
DIAGNOSI ACCURATE E COMPETENZE INTEGRATE
Durante il congresso sono stati presentati casi clinici emblematici che dimostrano il valore dell’approccio multidisciplinare e dell’ultraspecializzazione di chi ogni giorno si confronta per definire il percorso delle pazienti con tumore ginecologico. In un caso in particolare che è stato presentato, una paziente con diagnosi di tumore dell’endometrio formulata in un centro periferico dopo la chirurgia e indicazione a chemio-radioterapia adiuvante è stata rivalutata presso l’INT: la revisione dei preparati istologici ha escluso la presenza di malattia, evitando trattamenti potenzialmente dannosi e non necessari.
“Questo caso evidenzia quanto sia determinante il ruolo del patologo di riferimento e del confronto multidisciplinare”, spiega il Dottor Umberto Leone Roberti Maggiore, ginecologo oncologo della Fondazione IRCCS INT. “Nei centri oncologici è possibile costruire percorsi personalizzati e prendere decisioni terapeutiche basate sull’integrazione di competenze diverse”.
Un concetto condiviso anche dal Dottor Giorgio Bogani, ginecologo oncologo dell’INT, che aggiunge: “La complessità dei tumori ginecologici richiede una presa in carico globale della paziente. Solo all’interno di team altamente specializzati è possibile bilanciare efficacia oncologica, qualità di vita e, quando possibile, la preservazione della fertilità”.
PRESERVARE LA FERTILITÀ È POSSIBILE
Ampio spazio è stato dedicato ai percorsi di fertility sparing, rivolti alle donne in età fertile affette da tumori ginecologici.
“Tutela del potenziale riproduttivo e sicurezza oncologica devono procedere insieme”, ribadisce la Dottoressa Chiappa. “Questo è possibile solo attraverso programmi dedicati nei centri di riferimento, in grado di accompagnare la paziente dall’inquadramento diagnostico fino al follow-up”. Anche in questo contesto, la centralizzazione delle cure ha dimostrato di essere decisiva per una corretta rivalutazione della diagnosi e per la scelta del trattamento più appropriato.
FORMAZIONE E RETI REGIONALI
Presieduto dal Professor Francesco Raspagliesi, Direttore dell’Unità Complessa di Oncologia Ginecologica dell’INT, il congresso ha posto l’accento anche sulla necessità di rafforzare le reti regionali, favorendo un dialogo strutturato tra ospedali territoriali e centri hub specializzati.
Un modello organizzativo indispensabile per garantire equità di accesso alle cure e standard elevati di qualità su tutto il territorio.










