I tagli di Fontana spiegati a tutti: il libro di Davide Uria pubblicato in una nuova versione
A un anno dalla sua prima pubblicazione, Lucio Fontana spiegato a mia nonna. Perché i tagli sono opere d’arte continua a distinguersi nel panorama della saggistica divulgativa dedicata all’arte contemporanea. Il libro di Davide Uria si mantiene infatti al secondo posto nella categoria Libri su Lucio Fontana del sito Classifica Libri ed è stato segnalato nel 2024 da Artribune all’interno di una selezione di volumi dedicati all’arte, confermandone l’interesse critico oltre che il riscontro del pubblico.
Disponibile da oggi in una nuova edizione su Amazon, il saggio si presenta con una nuova copertina e un contenuto ampliato da un’appendice che raccoglie tutte le opere citate nel testo. Un’aggiunta che non ha solo valore documentativo, ma che rafforza l’impianto didattico del volume, accompagnando il lettore lungo un percorso di comprensione progressiva.
Il punto di forza del libro risiede nel suo approccio: ironico, diretto, privo di tecnicismi superflui. Uria prende le mosse dall’opera di Lucio Fontana — e dai celebri tagli sulla tela, spesso fraintesi o liquidati con superficialità — per costruire un racconto capace di smontare i pregiudizi più comuni nei confronti dell’arte contemporanea. Fontana diventa così non un punto di arrivo, ma un passaggio iniziale, un pretesto narrativo per aprire il discorso a poetiche, pratiche e rivoluzioni di altri artisti.
Il libro nasce da un’esperienza concreta: l’insegnamento di disegno e storia dell’arte all’Università della Terza Età di Trani. È in quel contesto che Uria ha affinato una modalità di racconto dell’arte capace di dialogare con un pubblico più grande di lui per età, ma non per curiosità o desiderio di comprendere. Da qui l’idea di un linguaggio semplice, mai semplicistico, che non rinuncia alla complessità ma la rende attraversabile.
Lucio Fontana spiegato a mia nonna si inserisce così in un filone sempre più necessario: quello della divulgazione culturale che non abbassa il livello del discorso, ma cambia il punto di vista. Un libro che dimostra come l’arte contemporanea non sia un territorio riservato agli addetti ai lavori, ma uno spazio aperto, in cui chiunque può entrare, a patto di trovare le giuste parole per farlo.









