Anitec-Assinform chiedono di non aumentare il compenso previsto dalla bozza del decreto ministeriale per la copia privata.
“Giusto appello! Sarebbe un abuso e una vergogna!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Abbiamo depositato ieri al ministero della Cultura le nostre osservazioni sullo schema del decreto, chiedendo non solo di non aumentare i compensi previsti dall’articolo 71-septies della legge 22 aprile 1941, n. 633, ma di abrogare l’articolo stesso, dato che oggi il compenso per la copia privata è diventata solo una gabella medioevale. Non siamo più negli anni ’80 quando si comperava un Lp (pagando comunque i diritti) e poi si faceva una copia su musicassetta per poi poterlo ascoltare in auto. E’ bene che il ministro si aggiorni ai tempi nostri: siamo nell’era dello streaming! ” prosegue Dona.
“Il balzello dovrebbe essere annullato, essendo venuto meno il suo presupposto, e non certo aumentato, sempre che non lo si voglia trasformare nell’ennesimo privilegio di casta a danno dei consumatori sui quali sarà riversata questa ennesima tassa messa a danno di tutti e a vantaggio di pochi privati ” conclude Dona.










