In Australia arriva una svolta per la sopravvivenza dei koala: le autorità federali hanno approvato per la prima volta un vaccino contro la clamidia, la malattia che da anni falcidia la popolazione selvatica lungo la costa orientale.
Il farmaco è stato messo a punto all’Università della Sunshine Coast, a nord di Brisbane, e richiede una sola somministrazione. Secondo i ricercatori, riduce la probabilità che gli animali sviluppino sintomi in età fertile e può abbattere la mortalità delle colonie fino al 65 per cento. Una speranza concreta per una specie già a rischio.
La clamidia che colpisce i koala non è la stessa che può contagiare gli esseri umani: si tratta di un ceppo differente, trasmesso per contatto ravvicinato o durante l’accoppiamento. Negli animali può provocare infezioni urinarie, congiuntivite, cecità e infertilità. Non di rado porta alla morte. Finora la cura più diffusa era l’antibiotico, ma con un effetto collaterale devastante: danneggia la flora batterica indispensabile ai koala per digerire le foglie di eucalipto, unico alimento della loro dieta. In pratica, guarire dall’infezione può significare condannarsi a morire di fame. In molte colonie del Queensland e del Nuovo Galles del Sud la metà degli esemplari è positiva, mentre in alcune aree del nord dello Stato si arriva all’80 per cento.
Nel 2022 il governo australiano ha inserito i koala tra le specie a rischio di estinzione nel Queensland, nel Nuovo Galles del Sud e nell’Australian Capital Territory, cioè nella gran parte del loro habitat naturale. Non solo clamidia: negli ultimi vent’anni i koala hanno pagato anche la perdita di foreste dovuta a incendi e siccità, l’impatto del cambiamento climatico, gli incidenti stradali e gli attacchi di altri animali.
Fonte Agenzia Dire






