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Gli sport tradizionali devono “mettersi al passo” con gli eSports?

Redazione Tgyou24.it Da Redazione Tgyou24.it
28 Giugno 2021
In Tecnologia
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Gli sport tradizionali devono “mettersi al passo” con gli eSports?
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Che gli eSports stiano diventando qualcosa di grosso non è una novità. Il mercato che si basa su queste nuove discipline sportive è in continua crescita, e i giocatori professionisti di eSport stanno diventando delle vere e proprie star, che guadagnano cifre importanti.

https://twitter.com/MsmDimarco

E c’è chi racconta professionalmente questo interessante fenomeno.

Dilettantismo e professionismo

Dai tempi di De Coubertin, lo sport è davvero cambiato molto. I primi sportivi – quelli che partecipavano alle prime competizioni agonistiche – erano davvero dei dilettanti: la maggior parte di loro praticava lo sport come attività non remunerata.

E ovviamente, le prestazioni erano quelle che erano. Sono sicuramente migliorate con la fondazione delle prime società sportive, che fornivano loro un supporto, soprattutto per gli sport di squadra. Ma nel tempo, il dilettantismo è ovviamente andato scomparendo, lasciando il campo libero alla figura dell’atleta di professione. In alcuni campi sportivi, il professionismo è ormai una pratica assodata: calcio, automobilismo, tennis, pallacanestro – ma anche nei campi tradizionalmente “dilettantistici”, i risultati si vedono.

Per fare un esempio, il vincitore della medaglia d’oro nella prima Olimpiade moderna (Atene, 1896) nel lancio del disco, l’americano Robert Garrett – che vinse anche la medaglia d’argento nel salto in lungo – ottenne un risultato di 29,15 metri. Nelle Olimpiadi di Rio del 2016, l’oro della stessa specialità, il polacco Piotr Malachowski, ha vinto con 65,89 metri.

Il gioco è sempre più vicino allo sport

Nel corso degli anni, la proliferazione delle attività sportive ha coinvolto le Olimpiadi. Con l’inclusione di giochi davvero inattesi. Il bridge, benché non ancora rappresentato nelle Olimpiadi, è considerato disciplina para-olimpica, e negli scorsi anni si è addirittura parlato della possibile inclusione  di alcuni dei più popolari giochi di casinò live online come il poker.

La definizione di sport, quale attività che impegna le caratteristiche psico-fisiche dell’essere umano, apre sicuramente la porta a discipline come quella del poker e di altri “sport della mente” nell’universo degli sport olimpici: un giocatore di poker unisce una grande concentrazione al calcolo delle probabilità, e deve bilanciare il tutto con una strategia di gioco vincente per superare l’avversario – magari partendo da una situazione oggettiva sfavorevole. Se questo non è uno sport, non sapremmo davvero cosa lo sia!

Lo sviluppo degli sport della mente

Questa è la ragione principale per cui questo tipo di sport, inquadrato nel settore di sport della mente, ha iniziato ad accomunarsi al concetto di eSport, ovvero, gli sport elettronici che in realtà richiedono le stesse abilità di concentrazione strategia.

Tant’è che, dalla creazione dei primi tornei, dapprima con premi simbolici e poi in denaro, la figura del gamer professionista di eSport si è andata sempre più affermando nell’universo dei videogiochi. Così tanto che ad oggi, i più bravi del mondo guadagnano delle cifre importanti, con un numero seguito da sei zeri. Certo, sono casi limite, ma anche un buon egamer professionista in Europa si porta a casa una cifra che si avvicina ai 100.000 Euro.

Quindi è tutto rose e fiori? Non proprio. Sebbene la carriera di giocatore professionista di eSport sembri allettante, richiede disciplina e sacrificio – e allenamento costante e continuo. E se vi sembra piacevole, pensate di dover passare quattro-sei ore al giorno davanti a DOTA 2 oppure LOL per lavoro. Non è come dirlo, se uno lo deve fare per mestiere.

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Gli atleti ormai sono dei professionisti

Questo ci porta ad affermare che, per rispondere alla nostra domanda provocatoria all’inizio dell’articolo, ormai la figura dell’atleta e quella dell’eGamer coincidono sotto molti aspetti. Non è davvero più il caso di fare delle distinzioni, ormai arcaiche, in nome del dilettantismo, proprio perché al giorno d’oggi, oltre una certa soglia di prestazioni, il “diletto” scompare, sia che si corrano i 1000 metri che si giochi a uno sparatutto.

Quello che resta è una disciplina costante e continua, e una preparazione meticolosa per affrontare le competizioni più importanti.

In sintesi

  • Dilettantismo e professionismo
  • Il gioco è sempre più vicino allo sport
  • Lo sviluppo degli sport della mente
  • Gli atleti ormai sono dei professionisti
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