Mary Gennaro, in Varale, nasce a Marsiglia nel 1895, da giovanissima, inizia a scalare la montagna nel gruppo Ortles e del gruppo Disgrazia, nel lontano 1924, effettua le prime scalate nelle Dolomiti, alle Torri del Vajolet, dove la guida alpina Tita Piaz, rimane impressionata dal suo talento.
Proprio in questa occasione, nel 1925, la Variale vive un’avventura. Accadde che quando furono giunti in vetta, chiese alla guida in che modo affrontare la discesa” Non rispose, ma preparata la corda e fattala passare nel cordino penzoloni dal chiodo conficcato nella roccia, me la avvolse sotto la gamba e poi mi ordinò: “Si butti giù!”.
Se fossi stato un uomo, mi sarei detta fra me: “Questo è il momento di fare l’uomo!”A una donna è permesso di avere paura, specialmente se si ordina, così bruscamente di buttarsi giù da una torre, sotto la quale si apre una voragine di trecento metri.” Siccome non volevo far vedere di avere paura, davanti a quel celebre arrampicatore, col quale dovevo scalare ancora tante vette e che considero come il mio maestro, non battei ciglio, con la massima freddezza fattami sull’orlo del dirupo, mi lasciai andare.” Sono momenti di emozione che non dimenticherò mai.”
Negli anni seguenti Mary realizza una quindicina di cordate, con Riccardo Cassin, poi con Furio Bianchet nel 1934.
Una donna dal carattere puntiglioso e forte il suo, ardimentosa arrampicatrice, sempre capocordata, talvolta in solitaria, dava molta importanza alla sua attività sportiva.
L’amore per la montagna da Mary è vissuto, attraverso gli aspetti più semplici e immediati, della vita tra i monti, rimaneva lunghi periodi lontano dalla città, condividendo la semplice vita fra i montanari, della Val Malenco e della Valle Masino, si fermava nelle loro rustiche abitazioni, badando anche alle faccende domestiche, quando occorreva, caricava anche del fieno nelle gerle.
Si dimette dalla Cai, scrivendo una lettera con parole aspre e taglienti. Ancora giovane resta immobilizzata per una grave forma di artrite che la colpisce, si prenderà cura di lei suo marito Vittorio, che la assisterà sino alla morte.
Muore a Bordighera il 09 di dicembre del 1963.
Anna Sciacovelli