Camino, Comune Italiano in Piemonte con 796 abitanti,della Provincia di Alessandria Piemonte Questo luogo, è conosciuto per essere il paese, che ha dato i natali a Giovanni Battista Boetti, che sarebbe il profeta Mansur, leggendario frate missionario che nel 1700 si trasferì in medio Oriente e divenne capo di un esercito islamico, che cercò di sfidare la grande Caterina II di Russia.
A Camino, sorge un castello di struttura difensiva, che risale all’anno 1000; ampliato e modificato nella struttura, fu sede negli anni dei diversi esponenti di Casa Savoia.
Il paese ha subito un forte spopolamento, dal 1911 la popolazione si è ridotta a meno di un terzo.Fu Aleramo, il mitico condottiero a fondare questo territorio dai confini labili e incerti. Lo fece grazie alla concessione di Ottone I, che in cambio del suo aiuto militare gli offrì i territori, se fosse stato capace di conquistare in tre giorni di cavalcata. La leggenda narra, che il secondo giorno, il cavallo perse un ferro e Aleramo, lo rimise a posto con un semplice mattone, che nel Monferrato si chiama “Mon” quindi “Mon-ferrato” (ferrato da un mattone). Possiamo visionare la chiesa di santa Caterina ex parrocchiale della Rocca, sorta sulle fondazioni della vecchia chiesa abbaziale, della quale si conserva ancora la navatella meridionale.
Non possiamo dimenticare la frazione Rocca delle Donne e il suo Monastero, da un antico documento possiamo risalire al toponimo primario, che parla di Rocca Brusasca, il cui possesso è confermato da un più antico documento, datati 1026 dal diploma dell’imperatore Corrado il Salico all’abbazia di Breme. In questo periodo invece si dice che Rocca e Brusasca, siano due località separate, l’attuale denominazione di Rocca delle Donne sarebbe legata dalla presenza delle Monache chiamate “Domine” da cui il nome Rocca Domnarum. L’importanza del piccolo monastero sorto su un promontorio a picco sull’ansa fiume Po, è confermata nel settembre 1155 da un atto stipulato dal Vescovo di Vercelli e il Marchese del Monferrato, nel Claustro di Santa Maria della Rocca. Il primo documento, che attesta l’esistenza del monastero, porta questa data, 20 febbraio 1167, quando la proprietà era dei benedettini di Chaise-Dieu, in Alvernia, che riguarda una donazione di beni da parte del Marchese Guglielmo di Monferrato. Questo dono è dovuto alla presenza nel convento della sorella Adalasia e della nipote Agnese, che portarono ricchezza alla comunità. Luogo di convegni e trattative diplomatiche, il monastero vide il continuo passaggio di truppe lungo il Po e le sue devastazioni, che insanguinarono le terre del Monferrato durante il passaggio del marchesato Monferrato dagli Aleramici ai Paleologi. Nel 1492, però il Papa Alessandro sesto, firmava la bolla di soppressione del monastero, con l’accusa non storicamente provata, di cattiva condotta morale delle monache, unendo tutti i beni, i diritti e i privilegi a quello casalese delle Clarisse.
Dopo varie storie, il convento divenne tenuta agricola di proprietà della Curia di Casale, ma non potè sottrarsi alla confisca dei beni ecclesiastici voluta da Napoleone Buonaparte che volle donare l’intera proprietà al medico Giovanni Poitier, con l’obbligo di piantare un cipresso per ogni figlio nato o nascituro dell’imperatore. Negli ultimi decenni del XIX secolo la proprietà, trasformata in civile abitazione passa alla famiglia casalese Norzi, di origini ebraiche, che la trasforma in una azienda vinicola con molti braccianti del circondario. Nel lontano 1944, L’intera famiglia viene deportata nel campo di concentramento di Dachau, da cui non farà più ritorno. Ancor oggi rimane la struttura di una azienda agricola con ampia corte interna, cantine capaci e resti evidenti delle strutture difensive affacciate a balcone sul vecchio Po.
Ogni anno, nel mese di maggio il comune di Camino partecipa alla manifestazione del ”Riso e Rose” con l’esposizione dei mosaici realizzati con chicchi di riso. La mostra, denominata “Risalto” si svolge nel parco secolare del castello.
Anna Sciacovelli