Le fiamme sul Vesuvio che diventano il simbolo dell’Europa del sud trasformatosi in un forno a cielo aperto. Non solo l’Italia ma tutta la parte meridionale del continente è ostaggio di una bolla d’aria rovente che spinge le temperature fino a 42° e accende focolai di incendi. Gli esperti parlano di un “cocktail molotov” climatico: vegetazione cresciuta grazie a una primavera umida, seguita da caldo estremo, vento e siccità. Basta una scintilla.
In Francia, Météo-France ha piazzato metà del Paese sotto allerta calore, con 12 dipartimenti in codice rosso. Nel sud-ovest si sfiorano i 42°. In Spagna, l’agenzia Aemet segnala “pericolo estremo” in Aragona e nei Paesi Baschi. L’entroterra del Guadalquivir si prepara a superare i record di zona, mentre León, Zamora e la Galizia lottano contro incendi che hanno costretto oltre mille persone a fuggire.
Il riscaldamento globale – più 1,4°C in media, ma in Europa quasi il doppio – agisce da acceleratore. La coltre di gas serra imprigiona il calore, i paesaggi mutati negli ultimi decenni offrono più vegetazione infiammabile. Così bruciano anche zone “insospettabili”, come il patrimonio Unesco di Las Médulas in Spagna, divorato dalle fiamme.
Il Mediterraneo è diventato il fronte caldo della crisi climatica.
Fonte Agenzia Dire