Si chiama Sunburn Challenge e sta infiammando – in tutti i sensi – i social. Una gara tra giovanissimi a chi riesce a scottarsi di più, pur di ottenere quelle linee nette di abbronzatura da sfoggiare come fossero tatuaggi. Video, foto e storie su TikTok raccontano di pelli arrossate fino a bruciare, vesciche dolorose e sorrisi forzati davanti alla telecamera.
C’è chi si mostra orgoglioso delle ustioni, chi tra le lacrime racconta il dolore lancinante. Tutti inseguono lo stesso obiettivo: più like, più follower, più visibilità. Poco importa se il prezzo è una cicatrice, o peggio, una malattia che può arrivare anni dopo.
Non è un errore di battitura: l’hashtag giusto è #SunburnChallenge. Secondo The Guardian, i contenuti si sono diffusi con tale velocità da indurre TikTok a vietare quei video e a inserire banner informativi contro l’abbronzatura pericolosa.
In Australia, il trend ha superato i 200 milioni di visualizzazioni e ha scatenato una campagna educativa: ‘Tanning. That’s Cookedì, insieme a una rimozione attiva dei contenuti rischiosi.
DALLA BLUE WHALE AL SUNBURN: LUNGO ELENCO DI SFIDE FOLLI
La Sunburn Challenge si aggiunge a una lista nera di mode pericolose nate online: dalla ìBlue Whale’ alle capsule di detersivo, dalle sfide di soffocamento alla Sìkull Breaker Challenge’. Storie diverse, stesso copione: l’illusione di diventare virali, seguita da conseguenze spesso irreversibili.
Fonte Agenzia Dire