Mia amata Avellino,
oggi non è un addio, ma un arrivederci. In questo anno difficile ma straordinario, ho avuto l’onore di guidarti con dedizione, amore e rispetto.
Grazie alla Stampa per aver raccontato con onestà il nostro percorso.
Grazie ai dirigenti e ai dipendenti comunali che mi hanno sostenuta anche nei momenti più difficili.
Grazie ai cittadini tutti: chi mi ha sostenuto, chi ha cambiato idea, chi ha criticato. Ogni voce ha contato.
Ho lavorato senza sosta per risanare i conti della città e recuperare risorse europee, statali e regionali per progetti concreti: strade, quartieri, mercato, ponte della Ferriera, Dogana, Stadio per la Serie B.
Chi dice che non c’era visione sbaglia: i risultati parlano chiaro. Ma una visione si costruisce insieme, e non sempre ho avuto al mio fianco chi davvero lo voleva.
Una parte della mia maggioranza mi ha lasciata sola. Ha scelto il silenzio, l’ambiguità, l’opportunismo. Io invece ho tenuto duro. Anche quando mi dicevano di “vivacchiare”, ho scelto la strada più onesta: mettere Avellino davanti a tutto.
Non ho mai cercato poltrone o potere. Sono sempre stata una donna delle Istituzioni e mi sono commossa nel lasciare il mio ufficio.
Ci ho messo l’anima. Vado via con la coscienza pulita, a testa alta, e con l’orgoglio di aver costruito qualcosa insieme a persone vere.
Ho affrontato insinuazioni gravi e accuse infondate. Mai una scusa da chi ha alimentato un processo che non c’è mai stato, da cui sono stata ufficialmente stralciata.
Sono una persona perbene, limpida sul piano giudiziario. E chi ha infangato il mio nome oggi dovrebbe chiedere scusa.
Sono fiera di aver rappresentato questa città. Resta il dolore per ciò che poteva essere e non è stato, ma anche la speranza che questo sia solo un passaggio.
Avellino merita di più. Merita passione, responsabilità, amore. Sempre.
È stato un onore guidarti.
Ed è stato bello finché è durato.
Con affetto e gratitudine,
Laura Nargi