Per tutte le ragazze italiane Amedeo, è l’uomo da sposare, come dimostra un referendum, indetto dalla rivista Cinema nel 1940, che lo vede in vetta all’olimpo di Cinecittà superando largamente ogni rivale.
Amedeo, nasce il 10 dicembre a Cagliari nel 1907, a soli sei anni perde il suo papà, la madre, rimasta sola con i figli da crescere, decide di sistemarlo in collegio presso l’istituto Scuola dei Salesiani.
Amedeo, Carlo, Leone, Buffa, inizia a recitare piccole parti, in scenette organizzate a scuola, dai primi approcci con il palcoscenico si avvicina coscientemente, alla vera scuola di recitazione, passa attraverso le prime esperienze di vita artistica, inizia ad assistere alle piccole esibizioni filodrammatiche, poi segue le lezioni di dizione, lettura e recitazione.
A questo punto, in famiglia si decide il trasferimento in toto, si trasferiscono a Roma, allora Amedeo si avvicina e si esibisce sui diversi palcoscenici della città, poi passa al cinema, dove tutti lo apprezzano, per la buona dizione e per la prestanza fisica.
Gira il suo primo film nel 1927, con Dillo Lombardi, e sceglie per non farsi riconoscere, nel suo paese natio, usa il cognome del nonno materno, ex magistrato, a Cagliari, sembra che per lui, da quel momento abbia inizio una carriera brillante, ma nel 1935, notato da Elsa Merlini, è chiamato come protagonista, ma il film si rivela un vero fiasco, l’attore deluso di se stesso, torna di nuovo al teatro.
Anna Magnani, moglie del regista Goffredo Alessandrini, intuisce le doti di Amedeo e chiede al marito, di inserirlo nel Cast del film Cavalleria, che portato alla mostra del Cinema di Venezia, il film sarà ricordato per sempre, come quello che nel 1936, ha battuto il record su tutti, perché ebbe per quell’anno il maggior incasso su tutti gli altri film proiettati.
Gira altri film, tra i tanti “La Cena delle Beffe”, in una delle scene, pronuncia una frase che lascia il segno, per sempre, ”Chi non beve con me peste lo colga”.
Con lo stesso regista Alessandrini, gira la pellicola “Luciano Serra, pilota”. Attento conoscitore delle riprese filmiche, spesso suggerisce agli operatori del settore, qualche cambio di sceneggiatura, come muoversi, per ritrarlo meglio sulla scena e qualche aggiustamento, delle diverse inquadrature, tutto questo, gli crea la fama di un personaggio, scontroso, scomodo e borbottone.
Nel 1941, riceve dall’allora Ministro della Cultura Popolare, Giuseppe Volpi, la coppa Volpi, per il film “Caravaggio Pittore Maledetto.” Nel dopoguerra è quasi dimenticato, dai registi e dagli operatori dello spettacolo, l’ultimo lavoro di successo “Le notti di Cabiria “ lavora con la fascinosa Yvonne Sanson. Una carriera, che sarà per sempre contrassegnata da centododici film, che raccontano la storia di un’Italia sana, onesta, pulita, resistente a qualsiasi regime. Amedeo, Carlo, Leone, Buffa, in arte “Amedeo Nazzari”, muore a Villa Claudia, Roma il 5 novembre 1979.
Anna Sciacovelli