La Procura di Parigi ha avanzato una richiesta formale affinché Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese, venga posto in libertà vigilata. La misura proposta comprende severe limitazioni nei contatti, vietando interazioni con altri imputati e testimoni coinvolti nell’inchiesta relativa ai presunti fondi libici destinati a finanziare la sua campagna elettorale del 2007.
In un comunicato, la Procura ha sottolineato che “l’estrema gravità dei fatti e la dimensione della pena” non devono influenzare la decisione riguardante la libertà vigilata. È stata ribadita l’importanza di attenersi ai criteri stabiliti dall’articolo 144 del Codice di procedura penale francese, che elenca le condizioni per la custodia cautelare, come il rischio di inquinamento delle prove o di contatti con coimputati.
Attualmente, Sarkozy si trova nel carcere parigino di La Santé, dove è stato trasferito alcune settimane fa a seguito della decisione preventiva dei giudici. La giustizia francese dovrebbe pronunciarsi nelle prossime ore sulla richiesta di libertà vigilata, analizzando attentamente le circostanze del caso.
Durante l’udienza, l’ex presidente ha avuto l’opportunità di difendersi, definendo la sua detenzione “un incubo”. Ha affermato con fermezza: “Non ho mai avuto l’idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualche finanziamento”, negando con convinzione le accuse che lo coinvolgono nella ricezione di fondi libici. Sarkozy ha aggiunto di essere sempre stato presente alle convocazioni del tribunale e ha negato di rappresentare un rischio di fuga.
Riflettendo sulla sua esperienza carceraria, l’ex presidente ha descritto il periodo trascorso nel penitenziario come estremamente difficile: “Non avrei mai immaginato di arrivare ai 70 anni e dover affrontare la vita in carcere”. Ha sottolineato quanto questa prova sia stata pesante e come abbia lasciato il segno su di lui e sugli altri detenuti. Nonostante le difficoltà, ha voluto esprimere il suo rispetto per il personale penitenziario, lodando la loro umanità: “Hanno reso questo incubo il più sopportabile possibile”.
Sarkozy si trova attualmente in detenzione dopo una condanna a 5 anni di carcere per associazione a delinquere. Le sue parole davanti ai giudici hanno messo in evidenza un atteggiamento risoluto: “Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane nel carcere di La Santé non cambieranno il mio approccio. Sono francese, e mia famiglia è qui in Francia. Rispetterò tutti gli obblighi imposti”.
La Corte d’appello di Parigi sta ora esaminando la richiesta della Procura riguardo alla libertà vigilata di Sarkozy. Qualora la sezione accogliesse la richiesta, l’ex presidente sarebbe sottoposto a rigorosi obblighi, come frequenti firme e divieti di contatto fino alla conclusione del processo principale. Se invece la Corte decidesse di confermare la custodia, Sarkozy rimarrebbe nel carcere di La Santé fino a ulteriore comunicazione.
Nel contesto di questa controversa situazione legale, Sarkozy continua a mantenere una posizione di sfida e determinazione, rifiutando di accettare le accuse mosse contro di lui e insistendo sulla sua innocenza. La tensione è palpabile, e l’attenzione dei media rimane alta mentre la Francia attende il verdetto della giustizia in un caso che ha attirato l’attenzione internazionale.










