Ombrelloni vuoti e code sui sentieri. Le ‘cartoline’ dell’estate 2025 sembrano raccontare questo ma proprio mentre sulle vette arrivano più vacanzieri del solito, ecco che proprio la montagna ‘dice’ e ‘avvisa’: questo non è un parco giochi e non ne è neppure gratis. Se si pensa di sfuggire ai tornelli in riva si sappia che li si potrebbe incontrare sul sentiero. E che passeggiare nei boschi non è automaticamente senza costi. Come si pagano i parcheggi in città, “possiamo, vogliamo introdurre alcune aree parcheggio a pagamento nelle aree montane. O dei tornelli per regolare i flussi sui sentieri. Non sembri strano. O delle navette per portarti in luoghi incontaminati, senza auto, oppure strade con un pedaggio. Tre euro per una giornata, cinque per un voucher, un ticket (gratis -quindi nessuna tariffa- se mi fermo a mangiare in un bar o in un ristorante del paese). Ogni territorio fa le sue scelte e le sue proposte. E fa bene a farle. Rispettale”. E’ la raccomandazione che arriva dall’Uncem, l’Unione dei Comuni, Enti e Comunità montane che ha diffuso un Manifesto per vivere e soprattutto per chiedere rispetto per la montagna che attrae vacanzieri.
VACANZIERI SULLE VETTE IN FUGA DAL CARO-OMBRELLONE? “OCCHIO, MONTAGNA NON È SOLO TURISMO”
Un parcheggio o una navetta a pagamento nelle aree montane “non sono uno scandalo. I proventi possono essere reinvestiti dagli Enti per una migliore promozione, per migliori servizi, per nuovi servizi. Per te. Non tutto è gratis. Ma quell’euro investito bene, da te sul territorio, ti darà il centuplo, il massimo, sempre”, avvisa il Manifesto di Uncem. Il senso dell’iniziativa lo spiega Marco Bussone, presidente Uncem: “Non si scherza sul caro-ombrellone che fa cambiare flussi, piuttosto che con riconoscimenti Unesco. Troppe banalità abbiamo sentito fin qui”. Sembra o si pensa magari che “l’inversione di flussi dal mare alle vette” avvenga “in nome dei costi, come se la montagna fosse tutta ‘gratuita e libera’”. Oppure si è sentito che è meglio “rinunciare a un bellissimo, straordinario secondo noi, riconoscimento Unesco perché avrebbe portato solo danni, con flussi aumentati. Banalità. Chiacchiere. Parliamo di cose serie”, ammonisce Bussone. E dunque: la montagna “non è un parco giochi. Ma non basta. La montagna è comunità, economia, non certo solo turismo. Lo diciamo nei giorni più caldi, con arrivi e presenze in crescita”, scandisce Bussone e per dirlo ancora più chiaramente, l’Uncem ha appunto diffuso un Manifesto di “opportunità e impegni per tutti”.
IL MANIFESTO DI “OPPORTUNITÀ E IMPEGNI PER TUTTI” (QUELLI CHE VANNO SUI MONTI)
A partire dal ricordare che “la montagna è piena di luoghi da vivere, che però sono in primis luoghi di vita delle comunità che li abitano tutto l’anno. Occorre rispetto, attenzione, senso dei luoghi. La montagna accoglie sempre, le comunità sono in attesa, a braccia aperte, ma serve un patto di rispetto e di fiducia che parta da turisti e persone in arrivo sui territori”. Ma appunto non è il parco giochi ‘mordi e fuggi‘. E l’Uncem chiede di aprire gli occhi su ciò che si trova in montagna e di usarlo ‘come si deve’. Ad esempio bar e ristoranti “sono aperti, accoglienti. Consumare prodotti locali nei bar e nei ristoranti è un gesto di amore per i territori. I bar e i ristoranti sono pezzo portante delle comunità vive. I bar e gli esercizi commerciali sono vitali e generativi nei paesi. Sono necessari, sono il presente e il futuro dei paesi che si riuniscono e si ritrovano”. La montagna poi è fatta di “paesaggi, paesi, case e prati, foreste e acque, storia e di storie che sono frutti della presenza antropica”. Ma anche di “agricoltura e allevamento punto fermo di questo lavoro. Il turismo viene dopo”.
L’ambiente e la comunità “che lo plasma in un’alchimia complessa” vanno dunque rispettati, “tantopiù nel pieno della crisi climatica. Sui sentieri come in un prato, in una strada nel borgo, tra le case, guarda e scopri quel senso di appartenenza delle comunità, gli spazi e i beni comuni, conoscendone peculiarità e culture. In questo sta il senso della scoperta, ogni volta che sali, della montagna che non è parco giochi a beneficio delle città e neanche luogo della wilderness con la natura che fa quel che vuole”.
“COMPRA IN VALLE LA MONTAGNA VIVRÀ”
E se si va in montagna si “compra in valle. La Montagna vivrà. Ogni volta che sali, anche solo per un’escursione breve, fermati in un negozio del territorio. Nel negozio, nel bar, acquista i prodotti tipici del territorio e del paese dove ti trovi da portare a casa o per la tua escursione, per il tuo pic-nic. È un segno di vicinanza al territorio stesso e un atto di sostegno all’economia locale. Grazie a quel gesto, la montagna vivrà”. Ma “attenzione. Non tutto è gratis. Paghi il parcheggio, la Ztl, la Zona C in città dove vivi o lavori? E l’autostrada? Bene. E dunque anche in montagna non tutto può essere regalato, non tutto è gratis. Uncem te lo dice con grande franchezza”.
Fonte Agenzia Dire