Saldare è una procedura complicata, costosa e a volte un po’ rischiosa. Per i lavori di fissaggio è sempre più in uso, piuttosto, la tecnica della rivettatura, che è decisamente più rapida e sicura, perché non produce fumi né scintille e sopporta una miglior tenuta anche nel tempo.
I materiali di partenza sono, come sempre, essenziali per una buona riuscita del lavoro: puoi facilmente reperire tutte le informazioni necessarie alla scelta dei rivetti, in tutte le dimensioni, i materiali, i tipi di impiego e degli utensili necessari alla rivettatura sul fornitissimo sito www.trovarivetti.it.
Anche su materiali diversi
La saldatura ha, tra gli svantaggi, di poter essere eseguita solamente tra materiali simili per composizione, smaltatura e verniciatura. La rivettatura è invece una procedura molto più libera e versatile: con un rivetto, cioè un perno metallico che tiene insieme due elementi precedentemente forati, si possono unire plastiche e metalli, smalti e vernici diverse.
Il rivetto a strappo
Si può collocare circa negli anni ‘30 circa l’invenzione del “rivetto a strappo”, un metodo che permette il fissaggio di materiali tramite rivettatura estremamente resistente nel tempo e molto facile da eseguire.
Il rivetto a strappo è costituito da due elementi, stretti nella morsa della rivettatrice: il più malleabile si spezza e cade, lasciando solamente il più duro a fare da sostegno alla struttura. Si può pensare che avendo meno materiale a fare da sostegno questa tecnica sia meno performante, ma in realtà la sua durata è estrema anche nelle condizioni più complesse.
Inoltre, un rivetto a strappo non è difficile da collocare anche in uno spazio di lavoro molto esiguo: non per caso, questa tecnica si usa in piccoli ambienti come quelli tipici delle imbarcazioni.
Le quattro fasi dell’esecuzione
La prima fase è quella della foratura. I due materiali vanno forati nello stesso momento, se possibile, o seguendo un modello di prova e usando il trapano a colonna. La contemporaneità del foro permette di minimizzare gli errori di taglio e perforatura.
La seconda fase è quella del montaggio della giusta testina sulla rivettatrice, del diametro coincidente alla testa del rivetto scelta.
Si passa poi a chiudere le ganasce sul rivetto: così facendo il perno viene imprigionato e si inizia ad esercitare forza sul metallo. Il perno della leva è il punto più critico: sarà proprio lì che il chiodo si spezzerà.
L’ultima fase è quella che coincide con lo spezzarsi del rivetto. Nel punto di maggior pressione la sferetta si stacca al corpo e il chiodo spezzato rimane bloccato tra le ganasce della rivettatrice. Basta allargarle leggermente, lasciando la presa sull’impugnatura, per farlo cadere e procedere con il prossimo perno.