In vista della Giornata del Malato Oncologico, la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – centro di riferimento internazionale per la ricerca e le cure oncologiche – conferma il suo ruolo guida nella lotta al cancro, con oltre 17.000 pazienti trattati ogni anno e terapie innovative che nascono dalla stretta integrazione tra laboratorio e clinica.
Tre esperti dell’Istituto – Paolo Corradini, Filippo De Braud e Massimo Di Nicola – evidenziano come le CAR-T, i farmaci intelligenti e l’immunoterapia di nuova generazione stiano trasformando il trattamento dei tumori, con risultati promettenti in tumori ematologici e solidi.
LE CAR-T, DA TERAPIA SPERIMENTALE A PRATICA CLINICA
Per Paolo Corradini, Direttore del Reparto di Ematologia e Trapianto dell’INT e Professore ordinario di ematologia all’Università Statale di Milano, la rivoluzione è già in corso: “Le terapie CAR-T sono passate da idea a realtà: utilizziamo i linfociti del paziente, ingegnerizzati per riconoscere e distruggere le cellule tumorali. In Italia abbiamo trattato oltre 1.500 pazienti e l’INT è uno dei centri con i numeri più alti: solo lo scorso anno oltre 120 casi seguiti nel nostro Istituto”.
Le CAR-T sono oggi impiegate con successo nei linfomi aggressivi e nel mieloma multiplo refrattario, con risultati promettenti anche nei pazienti in recidiva. Corradini sottolinea: “Abbiamo nuove generazioni di CAR-T, più efficaci e con tossicità ridotte. Ma soprattutto abbiamo cambiato le prospettive: parliamo oggi di terapie potenzialmente curative in malattie che un tempo avevano prognosi molto severe”.
FARMACI SEMPRE PIÙ INTELLIGENTI
A illustrare l’altra faccia dell’innovazione è Filippo De Braud, Direttore del Dipartimento e della Divisione di Oncologia Medica dell’INT e Professore ordinario all’Università degli Studi di Milano: “La medicina di precisione oggi ci consente di colpire bersagli molecolari specifici, a volte unici per ciascun tumore. Parliamo di farmaci intelligenti: anticorpi bispecifici, anticorpi coniugati e radioligandi”.
Gli anticorpi bispecifici sono progettati per riconoscere più di un target e possono:
- veicolare fisicamente i linfociti T citotossici a contatto con le cellule tumorali, potenziandone l’attività
- superare i meccanismi con cui il tumore inibisce la risposta immunitaria, combinando più funzioni in una sola molecola;
- inibire simultaneamente un bersaglio tumorale e le vie di resistenza che il tumore attiva per eludere la terapia.
Gli anticorpi coniugati a chemioterapici rilasciano il farmaco direttamente all’interno della cellula tumorale, con minore impatto sui tessuti sani. Un esempio è il trastuzumab deruxtecan, attivo anche nei tumori HER2-low. Infine i radioligandi, utilizzati in medicina nucleare, consentono un approccio cosiddetto “teranostico”: prima la diagnosi con traccianti non tossici, poi la terapia con isotopi radioattivi mirati. “Queste innovazioni ci stanno aiutando a migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita. E l’INT è al centro di questa rivoluzione, con numerosi studi attivi e farmaci oggi disponibili anche nella pratica clinica”, aggiunge De Braud.
TUMORI SOLIDI: LE NUOVE CAR-T DELL’INT IN FASE DI SVILUPPO
Massimo Di Nicola, Responsabile della S.S. Immunoterapia Clinica dei Tumori e Terapie Innovative presso l’INT, sottolinea come le prospettive di trattamento per i tumori solidi stiano evolvendo rapidamente: “Siamo tra i pochi centri italiani che stanno sviluppando CAR-T specifiche per i tumori solidi. Stiamo per avviare uno studio clinico con CAR-T contro l’antigene Claudina 6, mirato ai tumori del testicolo. Il reclutamento dei pazienti inizierà probabilmente subito dopo l’estate. Inoltre, a livello accademico, stiamo sviluppando una CAR-T contro l’antigene Globo H, espresso prevalentemente nei tumori del distretto gastroenterico. Questo trattamento è attualmente in fase di sperimentazione preclinica”. L’immunoterapia è ormai una realtà consolidata all’INT, che sta sperimentando anche vaccini terapeutici, anticorpi bispecifici combinati e terapie personalizzate in base al profilo immunologico del paziente. “Il nostro obiettivo – continua Di Nicola – è offrire trattamenti sempre più mirati, integrando ricerca e cura in tempo reale. Non parliamo di futuro, ma di un presente che sta già cambiando la storia di molti pazienti”.