Il grave episodio di accoltellamento ha scosso la città e riacceso il dibattito sulla sicurezza e sulla salute mentale. La Società Italiana di Psichiatria Forense (SIPF)* esprime solidarietà alla vittima e richiama a un’analisi fondata sui dati, non su pregiudizi o semplificazioni.
«Gli episodi drammatici colpiscono l’opinione pubblica, ma non rappresentano la norma – spiega Enrico Zanalda, presidente SIPF – attenzione a non proiettare l’eccezione sull’intera popolazione psichiatrica: sarebbe ingiusto, oltre che scientificamente falso».
DISTURBO MENTALE E VIOLENZA, UN LEGAME SOLO APPARENTE
La letteratura scientifica è chiara. Le persone affette da disturbi mentali non commettono più reati della popolazione generale. La violenza, quando si manifesta, non è mai imputabile alla diagnosi in sé ma a fattori come mancata presa in carico, abuso di sostanze, isolamento sociale o interruzione delle cure.
«È su questi elementi che si fonda la prevenzione del rischio – non sulla diagnosi – continua Zanalda – per questo i percorsi devono essere stabili e monitorati, e i servizi devono essere messi nelle condizioni di funzionare».
NON SI TRATTA DI UN FALLIMENTO DELLA PSICHIATRIA
Il presunto autore dell’aggressione aveva una storia clinica e giudiziaria articolata: un duplice accoltellamento nel 2015, una perizia che lo giudicava seminfermo di mente, una pena detentiva seguita da una misura di sicurezza in REMS. Dopo la dimissione, nel 2024 era stato dichiarato non socialmente pericoloso e inserito in una comunità terapeutica, da cui era uscito per comportamenti disfunzionali.
“Questa traiettoria – precisa Zanalda – non indica un “fallimento della psichiatria”, ma la complessità della gestione dei soggetti con disturbi gravi e storia di violenza, dove la cosiddetta “pericolosità sociale” è un concetto giuridico dinamico, non una caratteristica stabile della persona”
SERVIZI SOTTOFINANZIATI DOPO LA CHIUSURA DEGLI OPG
Con la Legge 81/2014, che ha sancito la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) e istituito le REMS, l’Italia ha compiuto una scelta di civiltà. Ma senza risorse adeguate, i servizi territoriali si trovano oggi a fronteggiare carichi crescenti e percorsi ad alta complessità. Quest’anno il Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) ha individuato le priorità: rafforzare la rete territoriale, migliorare l’integrazione tra sanità, giustizia e servizi sociali, formare gli operatori e monitorare gli esiti.
“Alla luce dell’episodio di Milano, diventa ancora più evidente quanto sia urgente rendere operativo il Piano, con finanziamenti adeguati e interventi strutturali – sottolinea Zanalda – solo così si tutelano davvero la comunità e la dignità dei pazienti”.
VERSO IL CONGRESSO DI TRANI: SICUREZZA E CURA INSIEME
La SIPF ribadisce che la sicurezza collettiva non si costruisce con lo stigma, ma con la stabilità terapeutica, la continuità di cura e la formazione degli operatori.
Questi temi saranno al centro del XXVIII Congresso Nazionale SIPF, in programma a Trani dal 28 al 30 novembre 2025, con una sessione dedicata alla sicurezza nei percorsi di cura dei pazienti autori di reato e alla gestione delle situazioni ad alta complessità.
“L’episodio di Milano non deve trasformarsi in un processo alla psichiatria né alle persone con disturbi mentali – conclude Zanalda – serve un impegno concreto, strutturale e nazionale per garantire percorsi di cura sicuri, continui e sostenuti da risorse adeguate”.










