Nella sera di giovedì 16 ottobre 2025, un attentato ha colpito le automobili di Sigfrido Ranucci, noto giornalista e conduttore del programma di inchiesta “Report”, e di sua figlia, mentre erano parcheggiate davanti alla loro abitazione a Campo Ascolano, Pomezia, alle porte di Roma. Due ordigni, come confermato dallo stesso Ranucci sui social, hanno completamente distrutto i veicoli, generando esplosioni che hanno scosso l’intero quartiere.
Le deflagrazioni sono state così violente da attirare l’attenzione di residenti e passanti, con diverse testimonianze che descrivono attimi di terrore e confusione. Fortunatamente, al momento dell’esplosione, non ci sono stati feriti, ma la situazione ha destato preoccupazione per la sicurezza dell’inviato e della sua famiglia, noti per il loro impegno nel giornalismo d’inchiesta, con particolare attenzione ai temi della mafia e della corruzione.
Immediato è stato l’intervento delle forze dell’ordine; sul luogo dell’attentato sono arrivati carabinieri, agenti della Digos e vigili del fuoco, avviando le prime operazioni di soccorso e messa in sicurezza dell’area. Le autorità hanno avviato un’indagine per comprendere le dinamiche dell’accaduto e per identificare i responsabili di questo gesto criminoso.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha preso posizione sulla vicenda, dichiarando che “la protezione di Ranucci e della sua famiglia è stata rafforzata al massimo”. Questo fatto evidenzia la crescente preoccupazione per la sicurezza dei giornalisti in Italia, spesso esposti a minacce a causa del loro lavoro, soprattutto in ambito investigativo su temi delicati come la mafia.
La comunità locale e i colleghi di Ranucci hanno espresso solidarietà, sottolineando l’importanza del suo lavoro nella lotta contro la criminalità organizzata. Questo evento ha sollevato interrogativi sulle condizioni di sicurezza per i giornalisti che si occupano di inchieste scomode e sulla necessità di una maggiore protezione per chi opera in prima linea nel riportare verità scomode.
Le indagini proseguono per fare luce su questa gravissima aggressione, mentre l’eco dell’attentato continua a risuonare, evidenziando la vulnerabilità di chi cerca di portare alla luce fatti scomodi in un contesto complesso e rischioso.