Da più di tre decenni Windows accompagna l’evoluzione dell’informatica domestica e professionale, adattandosi di volta in volta alle nuove esigenze del mercato e dei dispositivi. Con l’arrivo di Windows 11, molti utenti si sono chiesti quanto effettivamente cambi rispetto al predecessore, Windows 10, e se il passaggio rappresenti un salto generazionale o soltanto un aggiornamento estetico e funzionale. Microsoft, del resto, ha costruito la propria identità su un percorso di continuità: ogni nuova versione ha sempre conservato la familiarità dell’interfaccia, pur introducendo innovazioni significative in termini di sicurezza, prestazioni e produttività.
Un’evoluzione lunga decenni
La storia di Windows comincia nel 1985, quando il sistema operativo era ancora un’interfaccia grafica per MS-DOS. Da allora, ogni versione ha cercato di rendere il computer più accessibile, portando progressivamente il mouse, le finestre e i menù a tendina nelle case e negli uffici di tutto il mondo. Forse non tutti sanno che quando furono pubblicate le prime versioni del sistemo operativo e Internet era ancora agli albori, i tanti giochi di carte e non solo che si trovavano preinstallati sul pc non servivano tanto per passare il tempo, bensì per imparare a usare il mouse. Parliamo di un’epoca in cui chi usava il computer per la prima volta passava ore a giocare a campo minato o a cercare in giro vari trucchi per il solitario Spider, ignorando però la vera ragione della presenza di quei giochi sul loro PC. Con il tempo, Windows è diventato sinonimo stesso di personal computer. Dalla rivoluzione di Windows 95, con l’introduzione del menu Start, fino a Windows XP e 7, l’interfaccia si è evoluta mantenendo una struttura riconoscibile, mentre le versioni successive, come Windows 8, hanno tentato di adattarsi a un mondo sempre più mobile e connesso.
Stabilità e universalità con Windows 10
Quando Microsoft presentò Windows 10 nel 2015, l’obiettivo era creare un sistema operativo unico per ogni tipo di dispositivo: computer, tablet, laptop e persino console Xbox. L’interfaccia riprendeva la semplicità di Windows 7, ma con un design più moderno e con l’introduzione delle app universali.
Windows 10 è stato pensato per durare, ricevendo aggiornamenti costanti invece di nuove versioni numerate. Tra le innovazioni più significative figurano Cortana, l’assistente vocale integrato, e Microsoft Edge, il browser che ha sostituito Internet Explorer. Il sistema ha inoltre puntato molto sulla sicurezza, introducendo Windows Hello per l’accesso biometrico e migliorando la protezione contro ransomware e malware. La filosofia era chiara: creare una base stabile, compatibile con una vasta gamma di dispositivi e pensata per accompagnare l’utente nel tempo, riducendo la frammentazione tipica delle versioni precedenti.
Modernità e fluidità visiva con Windows 11
Con Windows 11, presentato nel 2021, Microsoft ha voluto segnare un cambio di passo soprattutto estetico. Le linee sono più morbide, le finestre hanno angoli arrotondati e il menu Start si sposta al centro dello schermo, in uno stile che ricorda i sistemi mobile e macOS. L’obiettivo è rendere l’esperienza più intuitiva e coerente con l’uso ibrido tra touchscreen e tastiera. Inoltre, questo aggiornamento introduce un’attenzione maggiore alla produttività e al multitasking. Le Snap Layouts consentono di organizzare più finestre sullo schermo in modo intelligente, mentre la gestione dei desktop virtuali permette di separare ambienti di lavoro e personali. Anche l’integrazione con Teams e il supporto alle app Android, scaricabili tramite il Microsoft Store, rafforzano la vocazione del sistema come piattaforma universale. Sul piano tecnico, Windows 11 richiede requisiti hardware più elevati, tra cui il chip TPM 2.0 per la cybersecurity, un tema sempre più centrale in questi anni e segno di un’evoluzione che guarda alle esigenze future in termini di protezione e performance.










