Istat: retribuzioni, +3,5% su base annua
Unc: rialzo solo un effetto ottico, è sotto inflazione
Urge scala mobile
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2025 sale del 3,5% rispetto a giugno 2024.
“Il rialzo del 3,5% degli stipendi è solo un effetto ottico!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Il confronto tra inflazione e stipendi, infatti, non si può fare per lo stesso periodo di riferimento, ossia con giugno 2024, quando l’inflazione, indice Nic, era pari all’1,7% e questo perché che il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto è pari a 24,9 mesi, ossia oltre 2 anni. Il raffronto va fatto, quindi, con il 2023, quando l’inflazione media era pari al 5,7%. Se a questo si aggiunge che siamo ben lungi dall’aver recuperato la perdita del 2022, quando l’inflazione era decollata all’8,1 per cento, ci si rende conto che il Governo farebbe bene a non cantare vittoria come ha fatto 3 mesi fa. Non c’è nessuna inversione di tendenza, ma solo un’illusione dovuta allo sfasamento temporale” prosegue Dona.
“Il gap resta, insomma, a dir poco vergognoso. Urge il ripristino automatico della scala mobile all’inflazione programmata dal Governo, magari solo per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro, così da evitare il rischio di una spirale salari – inflazione, che, comunque, in questa fase sarebbe altamente improbabile” conclude Dona.