“Uluzzo” termine dialettale che indica l’asfodelo, una pianta, che cresce spontanea, il nome di questa pianta è citato la prima volta nel romanzo “Elogio alla Follia” di Erasmo da Rotterdam nel 1509, e nel libro ”Orlando Furioso” da Virginia Wolf, nel “Ritratto di Dorian Gray”di Oscar Wilde, e nei due romanzi “Il mio nome è nessuno” e né, “Il Giuramento” opere di Valerio Massimo Manfredi.
A Gadoni in Sardegna, l’asfodelo è utilizzato per svolgere il rito dei morti” is fraccheras” ogni anno il giorno 1 novembre le campane iniziano a suonare con il tocco dei morti, alle ore 15.00 del 31 ottobre e terminano il giorno dopo a mezzogiorno.
Nella baia di Uluzzu, è possibile trovare alcuni elementi preistorici, dove vi sono chiari segni di quanto è antica e strana la storia di questa città. I primi insediamenti sono riconducibili a circa100.000 anni fa, lo evidenziano numerosissimi reperti rinvenuti, denti, selci e manufatti, nella radura selvaggia, non sono facili tra anfratti e caverne grotte dovute a continue erosioni carsiche.
Fra le tante grotte non possiamo dimenticare la Grotta del Cavallo, per i graffiti in essa rinvenuti sia nella grotta di Carlo Cosma, che nella Grotta di Uluzzo, presso l’antica Baia di Uluzzo, sorge il pianoro di Serra Cicora, dove da qualche anno, sono in corso degli scavi, che hanno richiamato l’attenzione di molti studiosi e archeologici, lavori condotti dal dipartimento dei Beni culturali dell’Università Leccese, dopo le rilevanti scoperte che rimandano al neolitico Serra Cicora, che si caratterizza anche, per le così dette “spunnulate”, ossia le molte doline originate dal crollo di grotte preesistenti.
Poco distante, sulla strada di Santa Caterina, troviamo la località di Cenate, che prende nome da un vitigno autoctono, detto Acenata.
La località si presenta con suntuose ville, immerse in grandi parchi lussureggianti, in cui predomina lo stile liberty ed eclettico, dimore di famiglie benestanti, che verso la fine del 1800 scelse, le Cenate come meta di villeggiatura. Giungendo da Nardò spiccano per le tonalità accese dei muri Villa Saetta (ora passata a De Michele), sormontata da una torretta con tre grandi archi a sesto acuto e Villa Vaglio-Massa (ora Caputo).Poco, distante sorge villa Vescovile, molto più antica delle altre, vi è Villa Ventura e Villa Cristina Personè (ora De Benedittis) che tra le tutte è la più appariscente, per i richiami orientaleggianti e la bianca, sfarzosa e ampia scalinata.
Proseguendo, troviamo Villa Del Prete, raffinata ed elegante grazie alle decorazioni con motivi floreali, Villa Vetere-Venturi e Villa Personè, altrettanto pregevoli, che sorgono alle spalle della Chiesa. Continuando il nostro andare verso Cenate Vecchie, troviamo Villa Taverna-Onorato, si dice che risalga al 1400, quando era adibita a taverna, che ospitava i viandanti che percorrevano l’antica via tarantina.
Una rapida passeggiata nella località di Nardò, mi hanno invogliato e suggerito di scrivere questo nuovo articolo.
Anna sciacovelli










