Quel giorno si parlava del prossimo compleanno di Giulio da festeggiare, nato proprio il giorno del suo onomastico e bisognava onorare una duplice festa, in casa dei genitori.
I molti amici di famiglia, invitati per la festa, avevano respinto l’invito, evidenziando con una premessa, che avevano un impegno, chi di partire per le vacanze, altri invece, che avevano preso l’impegno di recarsi al mare, avendo con altri loro amici che prima avevano preso l’impegno per una gita in barca e di certo, non potevano mancare avendo già prenotato e pagato la propria quota.
Questi impegni, presi in anteprima, dagli amici di Giulio, in tempi non sospetti, scombinavano, la festa programmata e nel frattempo metteva in imbarazzo la famiglia, che aveva progettato per questo evento un mega ricevimento per entrambe le ricorrenze del proprio figlio. Mancavano appena tre giorni, dalle due ricorrenze del ragazzo, che compiva sedici anni, la gioia della mega festa organizzata dai suoi, pareva svanire quindi dei tanti amici, pochi avevano risposto positivamente, in famiglia si notava il broncio, sia del nonno, che della nonna, ma anche la mamma era imbronciata e melanconica, la festa programmata si sarebbe risolta in un buco nell’acqua. Giulio, aveva espresso il desiderio di ricevere in regalo un cane, lo voleva grosso e nero a suo dire, mastodontico quindi, si presumeva un molosso, trovarlo all’epoca non era facile, il papà aveva chiesto a diversi amici cacciatori, la possibilità di avere un cane di quella razza descritta idealmente dal figlio.
Difficile trovarlo, tra tante razze, aveva girato presso i diversi negozi, dove si vendevano animali domestici inutilmente. Mancavano poche ore e non aveva più tempo per le ricerche, propose al figlio di rinviare il dono per il prossimo anno, inutilmente, per l’intera famiglia era un vero rompicapo. Il padre di Giulio, decise di raggiungere la città Lecc, dove un suo amico aveva un molosso che poteva prestare inizialmente solo per un giorno, alla preghiera dell’amico, aveva deciso di concederlo solo per tre giorni non di più. Il telefono scottava, per le tante raccomandazioni, che telefonicamente, l’amico leccese raccomandava per il trasferimento del cane. La giusta cuccia, il suo cibo, lo sciampo, la spazzola e tante altre raccomandazioni, alla fine il papà di Giulio decise di lasciar stare, ringraziò l’amico e cercò di convincere Giulio, inutilmente. Il nonno decise di recarsi in un negozio di giocattoli, chiedendo la figura di un grande cane, la commessa gli propose di acquistare un cane di ceramica dalle grandi dimensioni, il nonno era indeciso ma la commessa tanto disse, che convinse il nonno di acquistarlo. Il cane imballato a dovere, fu portato a casa e depositato in camera, da letto dei nonni, per evitare che Giulio lo vedesse. Il giorno del compleanno, il cane di ceramica che aveva acquistato il nonno fu trasferito, nella stanza di Giulio il quale a prima vista lo aveva accarezzato e abbracciato, ma tutto era finito lì.
Le ore trascorrevano serene, in attesa della festa della sera, tutto lasciava presagire il peggio, ma verso le ore 18,00, il campanello iniziò a suonare ininterrottamente, tanto che il salone di casa si riempì di gente, che aveva inizialmente respinto, il padrone di casa invitò tutti a trasferirsi nella sala, che aveva prenotato per la festa e così fu. Anche l’amico di Lecce, giunse senza preavviso portando con sé il cane, il salone era colmo di gente con tanti regali da coprire il grande tavolo, dove i camerieri dovevano imbandire la tavola e disporre il cibo. Quando arrivò Giulio, tutti erano al loro posto anche il cane, aveva un punto di riguardo, Giulio lo guardò e fu amore a prima vista. Tutto si svolse come previsto, al momento dei saluti, il cane non voleva lasciare Giulio, allora ci fu un lungo battimano da parte di tutti. L’amico del padre, decise di donare a Giulio il cane, con la promessa, che per una settimana, durante l’anno, l’avrebbe tenuto lui a Lecce e nel frattempo, Giulio sarebbe stato suo ospite, si strinsero la mano per l’accordo, sigillato anche da un bacio. La promessa fu mantenuta per circa sei anni, poi il cane mentre era a casa del padrone a Lecce iniziò a star male lasciandosi andare, dopo tre giorni, non dette segni di vita, sconsolato Giulio tornò a casa, per circa tre giorni riuscì a ingoiare le lacrime, poi una sera scoppiò in un pianto senza freno, si addormentò ricordando e piangendo per il suo caro amico di giochi. Non volle più cani per casa, ma nella sua stanza, per anni rimase il cane nero di ceramica dei nonni.
Anna Sciacovelli