Circa due anni fa, mi recai per visionare una Mostra nella grande città di Bologna, che in questo periodo si accende di mille luci, in attesa del Santo Natale, involontariamente i miei passi mi portarono in una Via intitolata a Irma Bandiera, Medaglia d’oro al merito.
La mia curiosità, fu di chiedere a un passante perché quell’intestazione, chi era quella donna tanto importante, alla quale avevano dedicato una Via. Malamente mi rispose “Non saprei” e continuò il suo andare. Nemmeno un Vigile Urbano, seppe darmi delucidazioni in merito. Sono passati gli anni sul mio vecchio blocnotes, è segnato in rosso ancora quel nome. Spulciando un glossario “dell’Ampi” ho ritrovato nuovamente quel nome, è tra le vittime delle donne partigiane.
La sua storia, nata a Bologna il giorno 8 aprile del 1915, cresciuta in una famiglia benestante, Irma Bandiera, chiamata Mimma, quando l’Italia entrò in guerra, la giovane, prese contatti con ambienti antifascisti, ben presto e all’insaputa dei genitori, diventò militante dei Gap. Prima donna attiva come staffetta, poi combattente della sette Brigata.
Partecipò a diverse azioni sempre più rischiose: conosceva i rifugi dei compagni e manteneva stretti contatti fra loro.
Il suo aspetto di tranquilla ragazza perbene, Irma pensava di passare inosservata, anche quando si occupava di un trasferimento di armi. Fu proprio al termine di una consegna di munizioni, alla base di Castelmaggiore, della sua formazione che la presero. Catturata in combattimento, dalle SS tedesche.
Aveva con sé alcuni documenti cifrati, carte stradali, e toponomastiche. Di un certo valore strategico Era il 7 agosto del 1944, dopo uno scontro a fuoco, fu catturata e per una settimana, sottoposta a torture e sevizie.
I nazifascisti arrivarono persino ad accecarla per riuscire a sapere i nomi dei compagni e i posti dove erano nascosti. La giovane donna riuscì a non parlare. Erano fascisti violenti e torturatori, della Compagnia Autonoma Speciale, guidati dal Capitano Renato Tartarotti, fu torturata costantemente per sei giorni e per sei notti.
Anche quando la portarono al Meloncello, davanti alla porta della sua casa, insanguinata, ma purtroppo, ancora viva, Irma rimase in silenzio. La finirono con una mitragliata e il suo corpo fu lasciato sulla pubblica strada per un intero giorno come ammonimento a tutta la popolazione. La partigiana Mimma, il suo vero nome Irma Bandiera, è morta a Bologna il 14 agosto del 1944 per mano delle SS. tedesche.
Anna Sciacovelli