Roma 1943, in piena guerra, Zoe, Micol e Giovanna Fontana, apre a Roma il primo atelier di alta moda, la loro avventura nella capitale è iniziata già da sette anni.
Le sorelle fontana arrivarono a Roma nell’autunno del 1936, tre ragazze di provincia cresciute alla scuola di mamma Amabile che ha ereditato dalla bisnonna Zeide la sartoria di Travrserolo, paesotto a pochi chilometri da Parma.
Un’Italia che torna a vivere dopo le privazioni della guerra, riuscirà nell’arco di una dozzina d’anni ad affermarsi come protagoniste del nascente made in Italy, strappando ai francesi il monopolio dalla moda di qualità.
Le sorelle Fontana sono figlie d’arte. Volitive e determinate, decidono ben presto che la monotona vita di Traversetolo, non fa per loro. Le tre lasciano alle spalle la piccola sartoria di famiglia e sbarcano a Roma. Per prima arriva Zoe, la più grande, ha venticinque anni, è già stata a Parigi per studiare i modelli degli astri dell’epoca, Chanel, Patou e Schiapparelli. A Roma trova subito lavoro nella sartoria Zecca; due mesi dopo la raggiungono Micol che va a cucire in un laboratorio artigiano a e Giovanna, che invece preferisce lavorare in casa.
Nel 1939 le tre sartine sono mature per il grande passo e si fanno imprenditrici. Si mettono in proprio e affittano un appartamento in via Emilia che funziona da atelier e da abitazione.
In Europa soffiano venti di guerra, ma il lavoro non manca, sono le stoffe pregiate che scarseggiano e quando il conflitto arriva in Italia, le sorelle prelevano patate e verdure dall’orto dei genitori che nel frattempo si sono trasferiti a Roma, nella campagna di Prima Porta. Scambiano cibo con pezze di lana e di seta e le trasformano in abiti esclusivi e raffinati. Le tre sorelle guardano avanti: alla fine del 1943, con un capitale di appena 500 lire, sfidano i tempi ancora incerti e aprono la Casa di mode “Sorelle Fontana”, a Palazzo Orsini, in via Liguria, a due passi da Via Veneto. Si dimostrano lungimiranti: nel giugno del 44, Roma è liberata e la Gente torna a frequentare salotti e nightclub. Nel giro della Roma che conta, si sente sempre più parlare di quelle sorelle Fontana e si moltiplicano le clienti aristocratiche, tra loro la principessa Torlonia, Doris Pignatelli, Donna Ursula Pacelli.
Poco dopo, un pezzo di Hollywood, la mitica mecca del cinema, s’insedia a Cinecittà e un matrimonio, anzi soprattutto un vestito diventa trampolino di lancio delle tre sorelle.
Siamo nel 1948 quando l’attrice Linda Cristian, sposa Tyron Power. Sono le nozze del secolo, l’attrice si fa confezionare l’abito bianco dall’atelier Fontana. E’ un successo. Le sorelle Fontana cominciano a collaborare con il mondo del cinema e già nel 1950 non c’è diva che non voglia possedere una loro creazione.
Non c’è fidanzata d’America che non sogni l’abito bianco firmato Fontana. Compresa Margaret Truman, figlia del Presidente degli Stati Uniti, che oltre a quello di nozze acquista dalla maison un intero guardaroba.
Nell’anno 1951 a Firenze parte la prima sfilata dell’alta moda italiana e le sorelle Fontana lanciano la loro collezione. Sono diventate il motore del Made in italy, Micol va negli Stati Uniti e diventa ambasciatrice dello stile delle sorelle a New York e Liz Taylor, Rita Hayworth, Katerina Hepburn diventano clienti fisse.
Ava Gardner, pretende che tutti i suoi abiti di scena siano confezionati dalla casa.
Nel 1957 l’atelier si trasferisce a Roma il Piazza di Spagna, sulla salita di San Sebastianello. La casa Fontana è all’apice della notorietà, le sorelle vincono l’oscar Nazionale della moda a San Vincent, sono anni di successi e riconoscimenti.
Le sorelle Fontana vestono Anita Ekberg per la” Dolce Vita” di Fellini, Ursula Andress e Audrey Hepburn.
La loro casa s’intreccia con il teatro con il cinema con la finanza e con la politica, ma non dimenticano mai la loro provenienza artigianale e non abbandonano il proprio stile discreto e insieme sontuoso.
Esportano in Giappone, in Arabia Saudita, aprendo boutique in Italia e all’estero.
Zoe muore nel 1979, Giovanna e Micol si dedicano all’azienda con nuove idee e allargano la produzione. Finchè nell’Ottanta il loro marchio è messo in ombra da altri stilisti dal linguaggio innovativo. Vendono il marchio nel 1992, Micol crea la “ Fondazione Sorelle Fontana”, “ una Scuola” e il “ Museo dell’alta moda Italiana”.
Anna Sciacovelli