Quante volte è capitato di dire che la nostra Donna è una Ferrari? Si, è una vera e propria Donna di lusso, sia nei comportamenti sia nel modo di porsi. Salire nella Ferrari è stato sempre il sogno di tutte le donne, abbagliate dallo charme che sia in affitto o comprata ma la Ferrari è sempre Ferrari. La Ferrari ha fatto davvero la storia dell’automobile in Italia. Il suo brand offre sempre modelli unici e ricercati. Per i Vip è più facile averla a portata di mano ma per gli italiani stipendiati con mille euro al mese o meno, la loro donna è soltanto per un giorno o in affitto, e di qui si apprezza la sua notevole bellezza come un pezzo di stoffa di seta con luci diamante che abbagliano sempre. Stilano da Ferrari F40(1987), Ferrari F50 a Testarossa(1984) “la regina degli anni 80”, Ferrari 312 Scaglietti (1968) realizzata in soli tre esemplari per il Campionato del mondo Sportprototipi, Ferrari 360 Berlinetta che sfila rapido come un aereo a quattro ruote, Ferrari 430 in collaborazione per il modello con Michael Schumacher, Ferrari FF, Ferrari LaFerrari la più veloce del modello di Formula 1 degli anni Novanta, Ferrari 458 Italia, Ferrari 599 GTB, 419 Superamerica, 250 GT California Spyder e tante altre. La Ferrari racconta buona parte della storia d’Italia che messa in ginocchio ai tempi di Ferrari aveva bisogno di spinte nuove produttive e innovative, un marchio al quale potesse diventare la calamita del mondo. Enzo Ferrari ci riuscì pian piano senza mollare mai la presa fra un birillo caduto e dieci in piedi. Conquistò in men che non si dica molti personaggi dello spettacolo, finanzieri, papà e figli dell’industria, politici, miliardari e divi e persino i Papi come Giovanni Paolo II.
Enzo Ferrari, una vita, una storia, una forza.
Enzo Ferrari, nato il 18 febbraio del 1898, coltiva una delle passioni del padre: l’automobile. Già a dieci anni il padre e il fratello lo portarono a una corsa automobilistica dove in poco tempo si sentì il cuore battere talmente forte che capì che l’auto era una cosa fondamentale per la sua vita. Enzo nel 1915 perse il padre e successivamente il fratello in guerra. Frequentò anch’esso la prima guerra mondiale con il posto assegnato alla III Artiglieria da Montagna, distaccamento della Val Seriana ma sarà ben presto congedato perché si ammalò di pleurite e dovette subire due operazioni. Dopo la guerra va in cerca di un lavoro e si propone alla Fiat di Torino ma la madre non molto contenta influisce il figlio nel suo stato d’animo, prendendo nonostante tutto questo lavoro con molto sconforto tanto da dover lasciarlo, ma quella breve impressione avuta da bambino non era casuale. Proseguì la sua strada lavorando in una autofficina che presto si trasformò in autocarri Lancia, poi continuò ancora la sua carriera a Milano per fare il collaudatore e pilota da corsa. Comincia così, sotto la buona stella nel 1919 la sua prima gara tra Parma-Poggio di Berceto con una 4 cilindri, 2.3 litri, CMN 15/20. Continuò con altri gareggiamenti alla guida di: un’Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa, un’Alfa Romeo, 6 litri, 4 cilindri, tipo 40/60, di un “Cavallino” del figlio della Contessa Paolina Baracca, di un’Alfa RL. Vince il primo Circuito del Savio in occasione del quale incontra il Conte Enrico Baracca padre del famoso asso dell’Aviazione Italiana. Nel 1924 Enzo Ferrari ottiene il primo riconoscimento ufficiale dallo Stato, ricevendo la carica di Cavaliere per meriti sportivi. La sua intelligenza, il suo dinamismo in tanti ambiti lo portarono a diventare nel Bolognese anche uno dei fondatori del “Corriere dello Sport”. Nel 1929 fonda la Scuderia Ferrari con lo scopo di far correre i propri associati. Questo segna l’inizio di una vera e propria organizzazione formata da una squadra molto consistente, dai tipi: Moli, Borzacchini, Tadini,Fagioli, Nuvolari, Chiron, Varzi, Arcangeli, Campari, Brivio, Pintacuda e Trossi. Nel 1933 l’Alfa Romeo si ritira ufficialmente dalle corse e Ferrari diventa il direttore sportivo della Casa milanese. Nel 1938 la Scuderia Ferrari messa in ginocchio a livelli finanziari passa all’Alfa Romeo definendo dopo qualche tempo la chiusura della scuderia. Enzo non molla, si trasferisce a Milano e diventa direttore dell’Alfa-Corse anche se ben presto dovrà lasciare anche qui i suoi obiettivi per dissidi tra . Un uomo d’acciaio non si arrende mai. Nel settembre 1939 Ferrari fonda l’ Auto Avio Costruzioni a Modena, in un garage di Viale Trento e Trieste. Lavora in quei spazi utilizzati già dalla Scuderia Ferrari. Nel 1940 avvia la costruzione di due auto per la Mille Miglia. È la 815 con motore da un otto cilindri in linea di 1.5 litri e 72 cavalli. II 28 aprile 1940, a Brescia, Alberto Ascari e Giovanni Minozzi, il marchese Lotario Rangoni Machiavelli e Enrico Nardi prendono la Mille Miglia senza raggiungere il traguardo. Anche se pure questa volta è andata male comunque qui inizia la seconda carriera di Enzo come costruttore. Nel ’43 si trasferisce a Maranello con tutta la sua attività per produrre macchine utensili e nel ’46 per la prima volta viene messo in moto il nuovo motore Ferrari chiamato 125S, una sport due posti da 100 CV portata in corsa da Franco Cortese che per la prima volta definì l’auto “Ferrari”. L’11 maggio 1947 il marchio Ferrari venne applicato sul cofano di Cortese nel giorno del debutto della Casa di Maranello in gara sul circuito di Piacenza. L’anno successivo nel 1949, arriva anche la prima Ferrari stradale, la 166 Inter.
Enzo Ferrari diventa subito molto più importante di quanto lo era e nel ’60 le viene assegnata la Laurea honoris in Ingegneria meccanica. Realizza la sua ultima vettura nel 1987 ed è una bella F40. L’anno successivo muore il 14 agosto a novant’anni.
Rosa Santoro