Da “Arrivederci”(1959) a “Il nostro concerto”(1960) che non muore mai: Umberto Bindi, cantautore e pianista rimane e rimarrà nel cuore dell’Italia perché “La musica non è finita”(1967, brano scritto per Ornella Vanoni) per tutte le classi sia di vecchio stampo del sessanta e sia nei nuovi contesti di charme ed eleganza dei ragazzi di oggi.
“E lasciatemi sognare” il titolo di un suo pezzo un po’ come lo era lui con il suo carattere di ragazzo timido, riservato e a volte silenzioso ma che giocava spesso con i suoi dischi che collezionava senza troppo sperare a qualcosa ma che al tempo stesso prendeva la vita come una giornata improbabile tra schiarite, nuvoloni, pioggia e soleggiate. Essendo un bel genovese di nascita i suoi testi si rifacevano a sfaccettature locali, alla solitudine e il mare, poi accompagnato successivamente da stesure assieme a Giorgio Calabrese. Venne conosciuto nel 1958 quando scrive la musica per il brano “I trulli di Alberobello” presentato al Festival di Sanremo Duo Fasano. Il brano presentato non ebbe un gran clamore ma questo era soltanto il punto d’inizio per nuove cose, canzoni e scoperte. Nel 1960 esce il suo primo vero e proprio disco: “Umberto Bindi e le sue canzoni” edito dalla Ricordi dove esplode con successo. Nel 1961 è in classifica all’11° posto al Festival di Sanremo con la canzone “Non mi dire chi sei”. Nel 1989 rischia che per la sua sessualità dichiarata viene messo fuori dalle porte della Rai cosa che se ai tempi esistesse ancora Oscar Wilde li avrebbe fatto non solo una corte ma una giustizia suprema a tutti coloro che lo sconfinassero dal lago delle emozioni senza nulla togliere al suo bel tipo Massimo Artesi che per ben vent’anni lo ha adorato e amato profondamente, grande amore.
Nato e morto nel mese di Maggio (Bagliasco, 12 Maggio 1932 – Roma, 24 Maggio 2003) lo ricordiamo in una delle citazioni che ho ritenuto riportare per la stupenda grandezza d’animo che ci fa capire specie in una Europa come questa che ancora c’è gente come noi ovvero artisti come loro:
“Il Corriere della Sera” il 10 Aprile 2002: “Io sono solo un cantante, autore abbastanza famoso, che è rimasto senza soldi e senza salute. Senza soldi sicuramente per colpa mia. Perché sono una cicala, non una formica”.
rosa santoro