Da vero rabdomante, hai cercato l’acqua per ogni dove, per decenni scovando fiumi sotterranei, indicando dove la falda, era certamente nascosta, anche un semplice avvallamento rovinoso, l’hai snidato liberando lo zampillo, trasformando un semplice avvallamento, in un ricco invaso, dalle mille forme di vita.
Ricordo, il tuo andare con passo lento, ma non vano respiravi il vento, la tua capacità possente, era un mirabile talento, forza poetica esploravi questa dimensione sconosciuta, invisibile che sentivi nell’uomo. Hai cercato l’acqua per tutta a vita, ti servivi di parole semplici e comuni per dirci cose straordinarie.
Il mio “dire” si ferma, lascio spazio al tuo amico fraterno, che ti ha seguito e sorretto per molti anni.
Lo scritto che segue, è l’elogio di Gino Spinelli De Santelena, all’amico poeta Rocco Di Poppa.
Poesia che Rocco di Poppa, trae dalla natura, dalla terra, emerge l’humus fortificante per il suo slancio, mentre nelle antiche tradizioni, rintraccia l’essenza del dolore e nelle ataviche virtù della ragione, la forza per continuare a vivere, offrendoci parole di fede e d’amore.
Figlio di una terra martoriata da secoli di privazione, sofferenza e fame, il poeta anela per essa un avvenire di pace e di serenità. Ricca d’immagini colorite, rivestita di calda e sofferta umanità, questa poesia scuote profondamente il cuore, di chi riesca a interpretarla nella sua più intima essenza psicologica, e nel suo profondo contenuto, lirico e sociale.
La figura del contadino lucano, che si staglia quasi misticamente nel fluire del tempo e, che accatasta giorni su giorni di estrema miseria e di patimenti, in contrapposizione, le meraviglie del creato sono rappresentate, con rapidi tocchi in una sintetica espressione corale: piccole e grandi cose.
Poesia magra di parole ma, colme di sentimento e nel verso, sono parole raccolte ai crocicchi della vita, e riposte nello scrigno del cuore, conservate gelosamente, come in un bauletto prezioso, da rimuovere e mettere in gioco, al primo spirare del nuovo estro.
Bisbigli di preghiere, mormorate a fior di labbra, attestano che il poeta non ha dimenticato la ricchezza interiore, mista a un’esemplare modernità, del linguaggio mediato con l’amarezza e imbevuta di panteismo, nel trionfo della natura, ricca di luci e colori, quindi il trionfo della creazione.
Ogni pagina, ogni poesia è ricca di pennellate multicolori di un artista sensibile a tutti i richiami e che ci manifesta, la propria esperienza umana con espressioni di un sentimento, affidato al canto per un diretto contatto con l’umanità.
Quest’arco di sentimenti, è stato possibile scoprirlo solo attraverso le fragili pagine di un libro, perché l’autore, impastato per anni, con i sogni e le sofferenze della sua terra, che d’altro canto, non ha potuto disconoscere, la personale vita sofferta di un poeta.
Anna Sciacovelli