Il blu, Il rosso, il verde, il viola, il celeste, il giallo, l’arancione, l’azzurro cobalto, nel cesto i colori violenti cozzano, ma si amalgamano tranquillamente senza litigare tra loro. Un grande cesto: contiene tutti i toni dell’arcobaleno, quasi una miniera di colori a cielo aperto.
Nello studio, un intreccio di volti, che osservano una donna di media età che travasa da alambicchi diversi e sue essenze e i suoi colori, sarà forse una strega che mescola filtri d’amore? Ma no cosa dite mai?. E’ una nonna che lavora con i tubetti colmi di colori diversi e gioca con le sue tele con i volti da scoprire da disegnare da fermare sulle tele, volti imbronciati o sorridenti, sereni o arruffati come i suoi capelli semi disordinati che svolazzano al vento.
Rosa Catello, ci offre una gamma di colori che mescola tranquillamente con seducente lentezza, quasi una ricerca la sua, un approccio con il colore che trascende il mero dato estetico dello stesso, per trasformarlo in un vero strumento conoscitivo.
Le sue tele create in attimo determinato, parlano di una serie inesauribile di rimandi, di altre visioni e approcci legate a loro volta a immagini già viste.
Rosa Catello, sceglie di vivere il presente attraverso il disegno e la pittura, vedere attraverso le immagini dal vivo, per poi descriverle sulle tele. La sua prolifica stagione creativa, è in un continuo divenire, l’artista trasforma con il personale estro i temi universali, in miti e leggende riportate in opere poetiche, la sua è una continua ricerca figurativa che trova ampio spazio sulle sue tele. Il suo costante lavoro, si esprime attraverso immagini di luoghi e persone, colte nella normalità dei propri rituali, utilizzando immagini riflesse, per poi restituirle definitivamente, nel giusto posto che meritano, nel panorama della vita. Una delle sue ultime tele esposte, in una mostra di una certa importanza, l’apposizione di mille mani colorate, di una bimba, quasi a voler fermare per sempre, questo continuo stillicidio- femminicidio di donne, dalla vita meno fortunate di tutte noi.
Anna Sciacovelli