Una sosta veloce, nella grande e rinomata libreria del Comm. Giuseppe Laterza, di Via Sparano da Bari n.136, aveva attirato la mia curiosità una capatina di circa venti minuti per scegliere un libro da portare con me in questa breve vacanza a Ginevra.
La partenza prevista per le ore 18,00 Il biglietto già acquistato mi dava la possibilità, di perdere un po’ di tempo, il treno doveva ancora giungere in stazione, il tempo passava lentamente e l’afa si faceva sentire, pacatamente scelsi quel titolo senza sfogliare il libro pagai alla cassa e infilai velocemente il libro nella sacca da viaggio, via di corsa, verso la Stazione.
Quel libro preso da uno scaffale dal titolo “Ero nato nei mari del tonno”, mi accingevo a leggere una storia corposa di pescatori o marinai mai avrei immaginato di aver scelto un libro di poesia.
L’autore , Vittore Fiore,nato a Gallipoli nel 1920, un poeta che parla della terra, di contadini, di operai, tutta la solitudine che intristisce gli uomini e le donne del Sud, si aduna nel suo cuore ed egli da questa solitudine, da questa disperazione, dal loro lavoro trova materia di canto.
Un canto accorato e dolente, misto di lacrime e di sangue, di scialbi sorrisi e di continue speranze per un giorno migliore, tanto che il volume si apre con queste incisive parole: “E con l’antico nome rimarrete/terra di rovine e di vigne/ paesi del Sud, calce e luce” (Paesi del Sud, pag.7).
Il Poeta Vittore Fiore, nato a Gallipoli, ma sente di amare il paese, nella lontananza, per cui scrive con accorato rimpianto “E tu bianco di mura/ così lontano e solo intorpidisci “ (Sonno del mio paese pag.10 ).
Sono una cinquantina le liriche pubblicate nella collana, “Dialoghi col Poeta ”Io lo so quanto porta dolore/ questa storia questa morte/Il tempo non è ancora venuto/ per dire addio alle strade/ per cui nasci all’aria”.
“Come dilaga Rosa il vento/alle case basse/e come accoglie il mio respiro/ i miei silenzi… Suoneranno i miei passi accanto ai tuoi /allor che i vinti si uniranno ai vinti / sull’antica terra del Sud”.
Briciole di sole, l’alitare del vento, canti dei contadini disperati, dispersi nell’aria afosa.
Un dolore grande il suo, che non trova pace, la perdita del fratello Graziano il 28 luglio del 1943 per mano dei fascisti, lo porta alla disperazione,qualcuno disse che aveva perduto il senno, ma non era affatto così.
Nel tempo, ho avuto modo di conoscere di persona, il poeta Vittore Fiore, presso l’Università di Bari, successivamente presso lo studio dell’Editore Lacaita.
Vittore Fiore, è stato e rimane ,uno dei maggiori protagonisti della Cultura e della politica Meridionalista italiana, ha chiuso la sua vita terrena il 21 febbraio 1999.
Anna Sciacovelli