Nasce a Milano, Ines Isabella Sampietro,nata il 5 luglio a Bergamo nel 1905, la madre una mondina, il padre un tranviere, la giovane Isabella di carattere forte e ribelle, fa la sartina, la dattilografa e grazie alla sua bella figura a volte a chiamata, fa l’indossatrice, mentre studia recitazione all’Accademia di arte drammatica, ottenendo qualche particina in teatro.
Il suo viso irregolare ma intenso, occhi grandi e malinconici, le aprono presto le porte del cinema, alla continua ricerca di volti nuovi da opporre a quelli stranieri.
La vaga rassomiglianza a Marléne Dietric, al culmine della carriera e popolarità, Isa ha il volto incavato e la sua stessa femminilità, ma è molto più bella.
Nel 1934 interpreta il primo film” Tenebre” sottotitolato “Tenaglie” la critica dell’epoca lo giudica piuttosto lugubre, ma viene salvato dalla fotogenia della bella Miranda.
Il regista Max Ophuls le affida il ruolo di protagonista ne “La signora di tutti” un successo internazionale il suo charme e la sua classe lasciano il segno incanta gli spettatori.
Un critico scrive “la sua figura è piena di terribile miserevole e stanca stupefazione”
Fra 1934 e il 1942 interpreta ben venti film tra i tanti: Zazà , il fu Mattia Pascal, si trova molto bene con i registi Castellani,Soldati, Guarini che presto diventerà suo marito.
Un ‘amalgama splendido e completo, di coppia, che lavora nella cinematografia, all’epoca lavoro non facile, oltre che come artista, Isa Miranda ha lavorato come musicista nel film “Passaporto Rosso” sotto la regia di Guido Brignone del 1935.
Nel dopoguerra, nasce il neorealismo, con riprese e Regie improvvisate, attori presi dalla
Strada, senza trama ben definita ma l’artista Isa Miranda abituata negli studii, mal si adatta a questo nuovo modo di recitare, senza un vero soggetto ma all’impronta, preferisce andare all’estero dov’è richiestissima e molto ben pagata .
Nel 1946, recita diretta da Renè Clement ne le “Mura di Malapaga” con cui vince il primo premio a Cannes, scelta David Lean e Max Oplus, infine lavora con Cesare Zavattini in “Siamo donne” e fu un successo.
Si ritira dal cinema senza rimpianti, sola e non ricca, torna al teatro e debutta negli sceneggiati televisivi, finchè la rottura del femore, la costringe ad abbandonare il palcoscenico.
Un uragano di applausi saluta il suo congedo dalle scene, lei commenta così il suo addio: “La vita mi ha fatto un grandissimo dono, saper soffrire e, reagendo vincere”.
La sua vita terrena si chiuse, in completa solitudine a Roma, il giorno 08 luglio 1982.
Anna Sciacovelli